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Nuovo decreto dopo 20 aprile: Ecco le ipotesi | Stranieri d’Italia

Nuovo decreto, Tra le nuove risorse disponibili, sono stati inclusi: lo sblocco dei cantieri, nuovi aiuti ai Comuni e una roadmap per la riapertura graduale delle attività.

Nell’annunciare il nuovo Dpcm che contiene anche le prime riaperture, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha dichiarato “Proroghiamo le misure restrittive fino al 3 maggio, una decisione difficile ma necessaria di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche”.

Però allo stesso tempo, il Governo sta lavorando a un nuovo decreto, che tuttavia sarà disponibile dopo il 20 aprile, al fine di poter preparare la “Fase due”.

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Governo e task force al lavoro per il nuovo decreto:

Infatti non è una coincidenza che nelle scorse ore, si è tento un primo incontro, razionalmente in videoconferenza. Avvenuto tra il premier Conte e la task force condotta da Vittorio Colao, con la finalità di individuare una prima roadmap per uscire gradualmente dal lockdown.

Secondo le notizie che sono state riferite al Palazzo Chigi ai media, Conte inoltre avrebbe chiesto alla squadra di esperti di trovare delle precisioni. Nello specifico “le modalità più efficaci e innovative per uscire gradualmente dal lockdown.

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Favorendo la ripresa delle attività produttive, anche attraverso l’elaborazione di modelli organizzativi che consentano la riapertura di fabbriche e aziende nelle condizioni di massima sicurezza per i lavoratori”.

Per quanto riguarda il nuovo decreto, dedotto dalla ricostruzione del Sole24Ore, dovrebbe essere in grado di mettere in campo risorse “molto più consistenti”. Ovvero dei 25 miliardi che sono stati inizialmente stanziati, dovrebbe contenere nuove regole per consente alle industrie di ripartire a produrre. Oltre che alle attività commerciali ancora chiuse di riaprire.

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I “due fronti” del nuovo decreto:

Parliamo in particolar modo di “due fronti”. Da un lato, troviamo un rilancio degli investimenti pubblici, che dovrebbe passare attraverso lo sblocco dei cantieri.

Invece dall’altro lato, un pacchetto completamente nuovo che aiuti i Comuni ad effettuare il pagamento degli affitti. Per cui ad oggi non è stata inclusa nessuna norma di legge che riconosca un diritto per gli inquilini o un obbligo per i proprietari di alleggerire il totale del canone.

Invece gli ultimi a cui tocca riaprire saranno, con altra probabilità:

  1. Bar;
  2. Ristoranti.

Dove bisognerà mantenere la distanza di sicurezza sarà più difficile. Medesima sorte, per lo stesso motivo, per estetisti e parrucchieri.

L’allarme di Confesercenti:

Sul Governo, intanto, si accentua il pressing delle varie associazioni di categoria. Che sono state impegnate in queste ore a stimare il danno economico provocato dal lockdown.

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Secondo Confesercenti, in particolar modo, “l’estensione dello stop fino al 3 maggio, con la conseguente perdita della Pasqua e dei Ponti di primavera, peggiora ulteriormente le prospettive economiche.

A fine aprile, la spesa delle famiglie raggiungerà il punto di massima contrazione, con una flessione su base mensile fino a 30 miliardi (-30% circa). Nei primi quattro mesi dell’anno, la perdita cumulata raggiungerebbe i 45 miliardi”.

L’associazione, che si occupa di rappresentare 350 mila imprese italiane, si pensa che “una ripresa lenta, che nei mesi estivi non veda ancora a pieno regime la struttura commerciale”. Ciò prolungherebbe per tutto il 2020 “la flessione dei consumi, che a fine anno sarebbe pari al -6% (-60 miliardi circa) rispetto al 2019″. Ma con l’adozione dei necessari protocolli di sicurezza, sostiene, questa perdita potrebbe essere fortemente attenuata.

Per Confesercenti, inoltre, il Governo dovrebbe come minimo raccontare alla normalità tutta la struttura commerciale entro la fine di maggio. In questo maniera, “sarebbe possibile ridurre la flessione dei consumi a fine anno al -3,5%. Sempre una forte contrazione, ma almeno sarebbero poste le premesse per un pieno recupero nel 2021″.

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Nuovo decreto: Riorganizzazione del trasporto pubblico

Un’altro capitolo che si presenta è quello che riguarda i trasporti pubblici. Secondo la ministra Paola De Micheli, a partire dal 3 maggio bisognerà studiare “nuove modalità“ e orari d’uso dei mezzi pubblici.

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Per poi mettere in un secondo momento in campo “una riorganizzazione del lavoro e della vita, che per esempio in termini di orario non obblighi tutti ad andare e venire dal lavoro nello stesso orario. Modificando intensità e frequenze dei passaggi dei mezzi negli orari dove questi sono più necessari”.

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