Reddito di cittadinanza: quali sono i redditi da non comunicare all’Inps?
Sommario
Con il reddito di cittadinanza vanno comunicate le nuove entrate all’inps, ma non tutti lo devono fare.
Ci sono dei casi in cui non occorre comunicare i redditi all’inps.
Come si sa già per coloro che prendono il reddito di cittadinanza, vi è l’obbligo di comunicare l’inizio di un attività di lavoro.
Ció vale anche per qualsiasi componente della famiglia e vale anche per i cambiamenti del reddito che possono influire sul beneficio del reddito da richiedere.
Nel caso in cui si inizi un lavoro nel periodo in cui si percepisce il reddito di cittadinanza, occorre comunicarlo all’inps tramite la compilazione del modulo SR181 (Com-Esteso) e deve essere presentato tramite un CAF o un patronato.
Precisiamo che il modulo deve essere presentato entro il 30esimo giorno successivo dall’inizio del nuovo lavoro e questo vale per ogni componente della famiglia, non solo colui che lo richiede.
Ci sono delle prestazione che invece non devono essete comunicate all’inps e non intralciano il reddito di cittadinanza che si riceve.
Reddito di cittadinanza: quali sono le prestazioni da non comunucare?
Con il modello SR181 si comunica all’istituto inps ogni tipo di cambiamento della situazione lavorativa che sia dipendente, autonoma, impresa individuale o di partecipazione.
Come detto precedentemente , deve essere comunicato l’inizio del lavoro anche per quello autonomo e per gli autonomi occasionali per via del fatto che si tratta sempre di reddito da lavoro autonomo.
Le prestazioni che non devono essere comunicate e che non toccano il reddito di cittadinanza, per il fatto che non tengono conto del reddito familiare sono:
- Attività socialmente utili;
- Tirocini;
- Servizio civile;
- Lavoro accessorio.
Precisiamo che con prestazione di lavoro si intende l’attività lavorativa che ha un compenso che superi i 7.000 euro annui.
In caso in chi si lavori come baby sitter nel periodo Covid e che si abbia avuto un contributo con il bonus, non sarà necessario informare l’inps di quanto percepito.
Questo contributo, non influisce sul reddito di cittadinanza, infatti rimarrà lo stesso anche nei prossimi mesi.
Prestazioni assistenziali: non vanno comunicate!
Alcune prestazioni assistenziali che sono erogate dall’inps, come la Naspi o il bonus terzo figlio e la cassa integrazione.
Questi andrebbero ad incidere sull’importo del reddito di cittadinanza ma nonostante il volume non vanno comunicate all’inps.
Perché vi chiederete? Perché l’inps si fa carico del pagamento delle prestazioni prima elencate, per ciò non deve avere altre comunicazioni da fare.
Grazie a ciò, l’Inps farà un ricalcolo del reddito di cittadinanza in base alla somma delle altre prestazioni date.
Ricordiamo che, non c’è da escludere che in caso in cui si superi i limiti del reddito, non ci sia la decadenza del beneficio.
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