Lavorare in ItaliaEconomia

Congedo di maternità Inps 2020: Cosa cambia, come fare domanda?

Ecco cosa cambia con la nuova legge dell'Inps

L’Inps – dà il via libera alla possibilità, alle madri che ne faranno richiesta del congedo di maternità, di conseguenza di lavorare fino al nono mese di gravidanza e usare tutto il congedo dopo il parto.

L’Inps ha introdotto la possibilità per le donne in gravidanza di continuare a lavorare fino al giorno del parto e usufruire del congedo di maternità; in quanto obbligatorio di cinque mesi tutto nel periodo successivo al parto.

Facendo così a abolire la regola dell’astensione obbligatoria dal lavoro fino a 30 giorni prima del parto.

Da leggere: Reddito di cittadinanza 2020: Il rinnovo Isee è obbligatorio!

Cosa prevede la nuova legge?

La nuova legge del congedo di maternità è stata introdotta dalla circolare Inps del 12 dicembre 2019, che fa riferimento alla legge di bilancio 2019 entrata in vigore dal 1 gennaio: fino ad ora le domande arrivate sono state sospese in attesa dei chiarimenti.

Ora che l’Istituto ha reso noto le modalità operative, è inoltre possibile presentare telematicamente la domanda e vederla accolta.

Da leggere:  Un contributo di 840 euro al mese per le famiglie da settembre

Ovviamente si avrà bisogno del parere del medico specialista che autorizzerà la continuità dell’attività lavorativa.

Congedo di maternità, le novità dell’Inps:

La circolare Inps afferma che le lavoratrici riscontrano delle facoltà di astenersi dal lavoro esclusivamente dopo l’evento del parto; entro i cinque mesi successivi allo stesso.

Ad una condizione però; che il medico specialista del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato e il medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro”.

Pertanto, una volta ottenuta l’autorizzazione, le donne in gravidanza potranno continuare a lavorare fino al giorno precedente la data del parto.

“Le certificazioni che conterranno il solo riferimento alla data presunta del parto – si legge nella circolare – saranno ritenute idonee a consentire lo svolgimento dell’attività lavorativa fino al giorno antecedente alla data presunta del parto, con conseguente inizio del congedo di maternità dalla data presunta stessa, e per i successivi cinque mesi”.

Da leggere: Pensione statale all’estero: Ecco come ottenerla 2020

In caso di congedo di malattia?

Invece l’inizio di un periodo di malattia prima dell’evento del parto, tra il settimo e il nono mese, “comporta l’impossibilità di avvalersi dell’opzione”.

Nel giorno di una futura presenza dell’evento anomalo (anche se fosse un singolo giorno), la lavoratrice inizia il proprio periodo di congedo di maternità. E le giornate di “rinuncia” obbligatoria non godute prima, si aggiungono al periodo di congedo di maternità dopo il parto.

Da leggere:  Proroga Naspi 2020: in arrivo altre due mensilità con il decreto Ristoro?

Come fare domanda del congedo di maternità?

Le future mamme che intendo usufruire del congedo obbligatorio di maternità di cinque mesi solo dopo la nascita del bambino, dovranno farne richiesta entro i due mesi dalla data presunta del parto all’Inps.

Quali sono le modalità di presentazione della domanda?

La scelta di non lavorare, se non solamente dopo il parto ed entro i cinque mesi successivi dallo stesso evento, deve essere effettuata dalla futura mamma:

  • Con la domanda telematica di indennità di maternità, selezionando la specifica opzione”;
  • La domanda, inoltre “deve essere presentata prima dei due mesi che precedono il parto e comunque mai oltre un anno dalla fine del periodo indennizzabile;
  • Esclusivamente per via telematica, e direttamente sul sito web istituzionale (con Pin dispositivo) oppure tramite Patronato o tramite Contact center”.

La visita dal medico è obbligatoria?

Molto importante sarà il parere del medico specialista del Servizio sanitario nazionale (o con esso convenzionato) e il medico competente ai fini di non causare pregiudizio alla salute della nostra futura mamma e del bambino.

Di conseguenza, una volta ottenuta l’autorizzazione a continuare l’attività lavorativa, le donne in gravidanza potranno lavorare fino al giorno precedente la data del parto.

Da leggere anche:

Seguici su Facebook– Stranieriditalia.comGoogle News Per rimanere aggiornato e ricevere i nostri ultimi articoli e novità ♥

stranieriditalia.com autorizza a copiare contenuto dei nostri articoli in tutto o in parte, a condizione che la fonte sia chiaramente indicata con un link direttamente all'articolo originale. In caso di mancato rispetto di questa condizione, qualsiasi copia dei nostri contenuti sarà considerata una violazione dei diritti di proprietà

Articoli Correlati

Back to top button

Adblock Detected

Se ti piacciono i nostri contenuti, supporta il nostro sito disabilitando il blocco degli annunci.