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Vaccinazioni obbligatorie per lavorare in Italia: Quali e quanti sono?

Le vaccinazioni obbligatorie per lavorare in Italia, sono state introdotte dalla legge per tutelare la salute di alcune categorie di lavoratori, specie se questi svolgono determinate mansioni.

In questo articolo vediamo insieme quali e quanti sono!

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Cosa stabilisce il codice civile in materia?

Il Codice Civile e in particolare l’art. 2087 stabilisce che “l’imprenditore è tenuto ad adottare, nell’esercizio dell’impresa, le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.

In pratica, il datore di lavoro deve garantire la copertura vaccinale ai suoi dipendenti ma non può obbligarli ad effettuarli.

Questo ultimo caso, il datore di lavoro è costretto a spostare il lavoratore a mansioni differenti dopo aver inviato ad un richiamo disciplinare.

In casi estremi, il lavoratore può essere ritenuto non più idoneo al lavoro e di conseguenza rinviato.

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Quali sono le mansioni per cui bisogna vaccinarsi?

Tutelare l’integrità psicofisica è fondamentale per poter svolgere determinati lavori.

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In Italia la maggior parte dei lavoratori stranieri, non sono a conoscenza di questo loro diritto e questo può avere delle ripercussioni sulla loro salute.

Sono sopratutto i dipendenti subordinati nel settore sanitario, aeroportuale, agricolo ecc…

Vaccinazioni obbligatorie per lavorare in Italia:

Vaccino contro il Tetano:

La vaccinazione antitetanica è il vaccino che si pratica al fine di prevenire l’insorgenza del tetano, pericolosa malattia causata da una neurotossina prodotta dal microrganismo batterico Clostridium tetani.

Categorie lavoratori per cui è obbligatorio il vaccino:

ANTITETANICA Legge n.292 – 5 marzo 1963
Obbligatoria per lavoratori agricoli, pastori, allevatori di bestiame, stallieri, fantini, conciatori, lavori degli ippodromi, spazzini, cantonieri, stradini, sterratori, minatori, fornaciai, addetti alla manipolazione dell’immondizia, addetti alla fabbricazione della carta e dei cartoni, lavoratori del legno, metallurgici e metalmeccanici

Vaccino contro l’epatite B:

Il vaccino anti epatite B serve a creare, nel soggetto che lo riceve un immunizzazione nei confronti di HBV (o virus dell’epatite B), così che sia impossibile che quest’ultimo provochi un’infezione. 

Trasmissibile attraverso il sangue e i fluidi corporei (es: saliva, sperma, secreto vaginale ecc.) di una persona infetta, l’epatite B colpisce principalmente il fegato.

Danneggia principalmente il fegato (“epatite” significa “infiammazione del fegato”), dando luogo, talvolta, a gravi complicanze.

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Categorie lavoratori per cui è obbligatorio il vaccino:

ANTIEPATITE B D.M. – 22 dicembre 1988
A carico del datore di lavoro: personale sanitario di nuova assunzione nel servizio sanitario nazionale e al personale del servizio sanitario nazionale già impegnato in attività a maggior rischi di contagio

Vaccino Antitubercolare:

Attualmente la tubercolosi (TB) è controllabile a livello individuale mediante terapia antibiotica tuttavia non c’è dubbio che a livello di popolazione il vero controllo della malattia potrà essere ottenuto solo attraverso l’uso di un vaccino efficace che consenta una campagna di vaccinazione su scala mondiale.

Da più di 80 anni l’unico vaccino antitubercolare esistente è un vaccino vivo attenuato, il BCG (bacillo di Calmette-Guerin), che pur proteggendo nei primi 5-10 anni di vita non è efficace nel periodo successivo né per la prevenzione della malattia né per l’interruzione della trasmissione della TB nella popolazione.

Categorie lavoratori per cui è obbligatorio il vaccino:

ANTITUBERCOLARE (BCG) 1998 Linee guida per il controllo della malattia tubercolare, Legge n.388 – 23 dicembre 2000 (art.93 – comma 2)
L’obbligatorietà della vaccinazione è limitata al personale sanitario con test tubercolinico negativo, che operi in ambienti sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi multi farmacoresistenti oppure che operi in ambienti ad alto rischio e che non possa, in caso di cuti conversione, essere sottoposto a terapia preventiva, per controindicazioni cliniche all’uso di farmaci specifici.

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Fonte
www.my-personaltrainer.itwww.multimedica.it

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