Contestare il rifiuto della cittadinanza italiana: Come fare?
Sommario
Per contestare il rifiuto della cittadinanza italiana, bisogna anzitutto conoscere le motivazioni del rigetto della propria domanda ed informarsi bene sul da farsi.
Ma quali sono i casi in cui la cittadinanza può esssere rifiutata al cittadino straniero?
Motivi rifiuto cittadinanza italiana:
- Diniego cittadinanza italiana per precedenti penali;
- Diniego cittadinanza italiana per discontinuità di residenza;
- Diniego cittadinanza italiana per reddito.
A chi rivolgersi per contestare il rifiuto di cittadinanza?
In tutte queste situazioni è importante consultarsi subito con un legale perché si hanno a disposizione solo 10 giorni per rispondere ed evitare che la domanda di cittadinanza venga definitivamente respinta.
Quindi è fondamentale rivolgersi velocemente a un Avvocato quando si entra in possesso del provvedimento di una pratica di cittadinanza respinta.
A quale tipologia di avvocato mi devo rivolgere?
Un Avvocato specializzato in diritto dell’immigrazione ha competenze e strumenti per formulare la risposta corretta da inviare all’Amministrazione e può farlo in tempi brevi.
In particolare un Avvocato esperto nel trattare pratiche di richiesta di cittadinanza ti aiuterà nel:
- Valutare il problema (esaminare i motivi del diniego);
- Revisionare la documentazione (esaminare i documenti che accompagnavano la domanda);
- Recuperare eventuali documenti mancanti o non aggiornati;
- Rispondere al preavviso di rigetto nei tempi e nel modo corretto.
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Si può avere la cittadinanza anche con il preavviso di rigetto?
Molti immigrati pensano che il preavviso di rigetto rappresenti un rifiuto categorico, è invece possibile ottenere la cittadinanza anche se si è ricevuto il preavviso di rigetto.
Qui ci sono due possibilità:
- Presentare le proprie memorie in forma scritta opponendosi al diniego con osservazioni e documenti;
- Presentare direttamente ricorso al TAR (non sempre necessario).
In quest’ultimo caso il ricorso andrà presentato presso il Tribunale competente, e in questo caso sarà necessario rivolgersi al TAR.
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Ricorso al TAR in meno di 60 giorni:
Per poter effettuare il ricorso, non devono assolutamente essere passati più di 60 giorni di seguito (e non lavorativi) dalla pubblicazione dell’atto che si intende impugnare.
Allo scadere dei suddetti 60 giorni, l’atto di ricorso deve già essere stato depositato e le parti in causa devono essere già state avvisate a mezzo notifica.
Deposizione atti di causa preso il tribunale:
Successivamente, le parti in causa, devono provvedere a depositare presso il Tribunale, gli atti di causa che ritengono idonei e fondamentali per l’indagine amministrativa, e verrà chiesto un provvedimento cautelare di sospensione degli atti, la “sospensiva”, ovvero un’ordinanza del TAR con valore temporale, non definitivo, con cui saranno sospesi temporaneamente gli atti impugnati.
In questo modo l’ordinanza sarà “congelata” fino al momento della sentenza.
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Analisi ed emanazione della sentenza da parte del TAR:
Il TAR a questo punto analizzerà i documenti depositati dalle parti, ed eventualmente potrà richiedere approfondimenti ulteriori.
Alla fine del procedimento, il TAR emanerà una sentenza motivata con cui accoglierà il ricorso, se fondato, o respingerà il ricorso, se infondato. Tale provvedimento è da considerarsi definitivo e non potrà essere impugnato successivamente.
La sentenza definitiva verrà emanata con una tempistica di 40 giorni dopo l’udienza di merito.
Contestare il rifiuto della cittadinanza italiana in maniera scritta:
Rispondere al diniego opponendosi in forma scritta evita in molti casi di dover procedere con il ricorso al TAR perché l’amministrazione stessa quando riceve spiegazioni e documenti presentati adeguatamente, accoglie senza problemi la richiesta del cittadino straniero.
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Salve, se uno ha avuto problema penale e ha fatto la riabilitazione che ha ottenuto e inserito assie alla pratica puo essere rigettata la ptarica