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Addio alla pensione di reversibilità? Ecco tutta la verità..

Che cosa riguarderà la nuova riforma delle pensioni?

La pensione di reversibilità – detta anche pensione ai superstiti – come l’abbiamo sempre conosciuta fino ad oggi, potrebbe non esistere più in un futuro prossimo. Almeno stando alle indelicatezze condivise in queste ultime ore da alcuni organi di stampa.

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Quando eseguiranno questa legge?

Non è la prima volta che si discute di un possibile controllo della pensione di reversibilità, con l’introduzione di nuovi requisiti che andrebbero a restringere la platea dei beneficiari.

Questa volta le indiscrezioni si fanno più ostinate, tanto è vero che si legge che la pensione di reversibilità potrebbe essere riservata a coloro che hanno un reddito inferiore ad una certa soglia (oggi a seconda del reddito si applica solo una riduzione dell’importo, che può arrivare fino al 50%).

I familiari con un reddito elevato, di conseguenza, dovrebbero dire addio alla pensione di reversibilità; Una restrizione che se introdotta potrebbe avere la stessa portata che ha avuto la riforma Fornero del 2011.

Ma quante possibilità ci sono di un nuovo intervento?

Poche… ed ora vediamo il perché!

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Pensione di reversibilità solo per i redditi bassi:

Riguardo alla pensione di reversibilità, è in atto da anni un dibattito riguardante una possibile revisione della misura che ad oggi giorno spetta, ricordiamo, a coniuge e figli superstiti del defunto (ma solo in determinate circostanze e ad altri familiari).

D’altronde qualsiasi provvedimento che andrebbe a ridurne i costi darebbe respiro alla spesa previdenziale, sempre meno sostenibile per le casse dello Stato.

Nel dettaglio, l’ipotesi di cui si parla in queste ore aggiunge al vincolo parentale un altro requisito, quello reddituale. In poche parole la pensione di reversibilità verrebbe riconosciuta a coniuge o figli solamente nel caso in cui il reddito di questi sia meno elevato ad una certa soglia.

La pensione di reversibilità, quindi, sarebbe legata al reddito ISEE, trasformandosi da misura di tipo previdenziale a prestazione assistenziale.

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Questo in cosa consiste?

Questo vorrebbe dire due cose:

  • da una parte una restrizione degli aventi diritto;
  • dall’altra una riduzione degli importi (che a loro volta sarebbero proporzionati al reddito percepito).

È bene dire però che ad oggi non è presente alcun progetto politico riguardante questa legge;

Pensione di reversibilità: perché non cambierà?

Negli ultimi anni la linea politica – indipendentemente dal “colore” della maggioranza – è stata chiara:bisognava migliorare il sistema previdenziale riguardando le regole per l’accesso alla pensione, riconoscendo una maggiore elasticità ad alcune categorie di lavoratori.

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D’altronde lo stesso Governo M5S-PD annuncia di voler superare la Legge Fornero e che per questo il prossimo anno verrà aperto un tavolo di concertazione ai fini del raggiungimento di un accordo con i sindacati.

Per quale motivo?

Questo perché il tema delle pensioni interessa un’ampia fetta di elettorato gli interventi mirati non fanno altro che aumentare consensi. Quindi, salvo eventi clamorosi – come quelli che hanno portato il Governo Monti all’approvazione della “sanguinosa” riforma delle pensioni – è inconcepibile credere che ci possa essere una revisione di questa portata per la pensione di reversibilità.

Probabilmente anche nei prossimi anni non mancheranno gli esperti che suggeriranno di fare cassa sulle pensioni ai superstiti, introducendo appunto un meccanismo che le possa legare al reddito. Personalmente riteniamo che interventi concreti in tal senso difficilmente verranno approvati.

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