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Quando scadono i certificati del paese di origine per la cittadinanza italiana

Quando scadono i certificati del paese di origine? Mentre i certificati rilasciati dalle pubbliche amministrazioni che attestano stati, qualità personali e fatti non soggetti a modificazioni hanno una validità illimitata i certificati del paese di origine per la cittadinanza italiana hanno una scadenza.

Quando scadono i certificati del paese di origine

Tutti i certificati diversi dai certificati rilasciati dalle pubbliche amministrazione hanno una validità di 6 mesi dalla data del rilascio (art. 41 del D.P.R. n. 445/2000).

Questo criterio viene applicato anche ai documenti provenienti dall’estero che verranno usati in Italia.

Sono certificati con scadenza di 6 mesi per esempio i certificati che attestano una situazione che può variare nel tempo. Tra questi ritroviamo:

  • Certificato di matrimonio;
  • Certificato penale.

Quando scadono i certificati del paese di origine: Perché durano solo mesi?

Il motivo per il quale questi certificati hanno una scadenza è legato al fatto che il richiedente può non essere più sposato con la stessa persona oppure può aver un carico pendente nel proprio Paese per un eventuale reato commesso dopo che il primo certificato penale sia stato rilasciato.

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Legalizzazione dei certificati del paese di origine:

Si ricorda, inoltre, che prima di presentare la documentazione per la cittadinanza, tutti i documenti provenienti dall’estero devono essere legalizzati per l’uso in Italia dal governo che ha emesso i certificati, dopo devono essere tradotti in italiano e la traduzione deve essere legalizzata dal Consolato italiano (se è stata fatta da un traduttore autorizzato dal consolato) oppure giurata davanti al Tribunale (se è stata fatta da un traduttore giurato in Italia).

Si può evitare la traduzione se il vostro paese d’origine aderisce alla convenzione dell’aja del 1961.

Cos’è Apostille:

L’apostille, sostituisce la legalizzazione presso l’ambasciata. Questo strumento è stato introdotto dalla convenzione dell’Aia del 5 ottobre 1961.

In particolare questa convenzione stabilisce che se una persona ha bisogno di fare valere in Italia un certificato di nascita e vive in un paese che ha aderito a questa Convenzione non ha bisogno di recarsi presso l’ambasciata italiana e chiedere la legalizzazione.

Sarà sufficiente recarsi presso l’autorità interna di quello Stato (designata dall’atto di adesione alla Convenzione stessa) per ottenere l’annotazione della cosiddetta apostille sul certificato.

Apostille: Documenti & autorità competenti

Si può richiedere l’apostille solo per i documenti e gli atti pubblici. Ciò significa che sono esclusi i privati. Solo se questi ultimi possono essere trasformati in pubblici allora si può richiedere l’apostille. Si può applicare per.

  • I documenti amministrativi;
  • Gli atti notarili;
  • Le dichiarazioni ufficiali indicanti una registrazione;
  • Un visto di data certa;
  • Un’autenticazione di firma apposti su un atto privato.
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Non si applica ai documenti redatti da un agente diplomatico o consolare e ai documenti amministrativi che si riferiscono a una operazione commerciale o doganale.

Ogni stato designa le autorità competenti al rilascio e all’apposizione dell’apostille. In Italia sono i procuratori della repubblica e l’ufficio della procura della repubblica ad occuparsi dell’apostille.

Quali sono i paesi che aderiscono alla convenzione:

I paesi che hanno aderito sono:

Albania, Andorra, Antigua e Barbuda, Argentina, Armenia, Australia, Austria, Azerbaigian, Bahamas, Bahrein, Barbados, Belgio, Belize, Bielorussia, Bolivia, Bosnia-Erzegovina, Botswana, Brasile, Brunei, Bulgaria, Burundi, Capo Verde, Cile, Cipro, Colombia, Corea del Sud, Costa Rica, Croazia, Danimarca, Dominica, Ecuador, El Salvador, Estonia, Eswatini, Figi, Filippine, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Giappone, Grecia, Grenada, Guatemala, Honduras, Hong Kong, India, Irlanda, Islanda, Isole Cook, Isole Marshall, Israele, Italia, Kazakistan, Kirghizistan, Kosovo, Lesotho, Lettonia, Liberia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Macao, Macedonia, Malawi, Malta, Mauritius, Messico, Moldavia, Monaco, Mongolia, Montenegro, Marocco, Namibia, Nuova Zelanda, Nicaragua, Niue, Norvegia, Oman, Paesi Bassi, Palau, Panama, Paraguay, Perù, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica Dominicana, Romania, Russia, Saint Kitts Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent Grenadine, Samoa, San Marino, São Tomé e Príncipe, Serbia, Seychelles, Slovacchia, Slovenia, Sudafrica, Spagna, Stati Uniti, Suriname, Svezia, Svizzera, Tagikistan, Tonga, Trinidad e Tobago, Tunisia, Turchia, Ucraina, Ungheria, Uruguay, Uzbekistan, Vanuatu, Venezuela.

Tutti gli altri stati che non hanno firmato la convenzione devono richiedere la legalizzazione diplomatica o consolare.

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Quando vengono accettati i certificati del paese di origine scaduti:

Infine si fa presente che alcune prefetture, vista la lunga attesa per avere l’appuntamento per la presentazione della domanda per la cittadinanza, accettano il certificato penale anche dopo i 6 mesi a condizione che il richiedente non sia tornato nel proprio Paese dopo che il certificato è stato rilasciato, legalizzato e tradotto per il suo uso in Italia.

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