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Pensione part time: ecco cosa succede con la Legge di bilancio 2021

Ottime notizie per chi lavora a tempo parziale, verrà riconosciuta loro la pensione part time grazie alla legge di bilancio 2021.

Viene riconosciuta a questi lavorati il pieno dei contributi previdenziali che sono stati pagati dai lavoratori part time.

Svolta in arrivò nella nuova bozza per la Legge di Bilancio 2021, che garantirà il pieno riconoscimento dei contributi previdenziali per i periodi di lavoro.

A chi aspetta la Pensione part time?

Pensione part timeUno degli aggiornamenti fatti nella bozza della legge di bilancio 2021 tratta proprio i lavorati con contratto part time.

Questo contratto è applicato ai lavoratori che lavorano a tempo pieno unicamente in alcuni periodi dell’anno.

Ma rimangono senza lavoro e quindi inattivi per un certo numero di mesi.

È logico che a causa di questo fattore soprattutto sui contribuiti, durante gli anni, si sia fatta una grande confusione.

Come cambiano i contributi?

La legge di bilancio riconosce i contributi pieni ai lavoratori dipendenti privati e part time pubblici.

Il numero di settimane, per l’ottenimento della pensione part time, è calcolato in rapporto al totale dei contribuiti di ogni anno rapportati al minimale contributivo fissato.

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Sarebbe, quindi, la soglia minima che viene data dai contratti collettivi nazionali del lavoro (CCNL).

Pensioni part time: come funzionava?

Pensione part timeL’istituto inps ha dichiarato che per il calcolo della pensione Part time, occorre farlo unicamente per i periodi in cui si ha lavorato.

Ricapitolando, non erano stati calcolati i mesi in cui sono si effettuano lavori che sono legati al tipo di contratto.

Praticamente le ore effettive dei contratti part-time verticale è lo stesso di quello delle ore part-time orizzontale.

L’unica cosa che varia è unicamente la distribuzione delle ore, non il totale.

Pensioni: le altre novità in manovra

La novità riguardante la pensione part time vale anche per i contratti già conclusi.

Infatti per poterne beneficiare, i lavoratori devono fare la domanda all’istituto inps.

Precisiamo, che la circolare sarà resa disponibile dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2021.

Nella manovra ci sarà anche la proroga dell’Ape Sociale e dell’opzione Opzione Donna per chi ha maturato i contributi.

Per il 2020 è garantito l’accesso all’Ape Sociale anche per i disoccupati che non hanno usufruito della Naspi.

Pensione con 15 anni di contributi con deroghe Amato:

La cd. Legge Amato, disciplinata dal D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 503, prevede tre possibilità per poter accedere alla pensione con soli 15 anni di contributi, che prendono il nome di “deroghe Amato”.

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La prima deroga è subordinata al verificarsi di due condizioni. In particolare, il lavoratore:

  • Deve aver maturato 15 anni di contribuzione (780 settimane) accreditate prima del 31 dicembre 1992. A tal fine, valgono i contributi volontari, obbligatori, figurativi, da riscatto e ricongiunzione, ecc.;
  • Deve essere iscritto al Fondo lavoratori dipendenti o alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi dell’INPS. Sono inclusi anche gli iscritti ex Inpdap, ex Enpals, ex Ipost

Il secondo modo previsto dalle deroghe Amato è quello di essere autorizzati al versamento dei contributi volontari in data anteriore al 31 dicembre 1992.

Possono avvalersene i lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Ago dell’Inps (Assicurazione Generale Obbligatoria) e per gli iscritti ex Enpals (non per gli iscritti all’ex Inpdap ed all’ex Ipost).

Come per la prima deroga, sono utili i contributi volontari, obbligatori, figurativi, da riscatto e ricongiunzione e esteri.

Infine, la terza deroga Amato prevede l’obbligo di perfezionamento di un insieme di requisiti ed è valevole solo per i lavoratori dipendenti iscritti all’Ago o ad un fondo sostitutivo o esonerativo della medesima.

In particolare è necessario aver maturato:

  • 25 anni di anzianità assicurativa. In pratica, il primo contributo deve essere accreditato almeno 25 anni prima della data di maturazione dei requisiti per la pensione;
  • 15 anni di contribuzione;
  • Almeno 10 anni lavorati per periodi inferiori alle 52 settimane; non sono considerati gli anni lavorati interamente in cui risultano meno di 52 contributi settimanali, a causa del fatto che il part time non arrivi a coprire tutte le 52 settimane per retribuzione inferiore al minimale.
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