Pensione

Come andrà in pensione chi lavora dal 1996 in poi?

Pensione dal 1996, Quale metodo di calcolo verrà applicato ai lavoratori che sono inclusi in questa categoria? Vediamo insieme come funziona nel dettaglio per queste persone.

Cosa cambia tra sistema di pensione retributivo, contributivo e misto?

A partire dal 1° gennaio 1996 fu introdotto un metodo diverso di calcolo riguardante l’acquisizione del diritto alla pensione.

Le persone che hanno iniziato a lavorare a partire da quella data, tuttavia, hanno assistito al passaggio dal sistema di calcolo retributivo a quello contributivo.

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Pensione dal 1996: Che cosa significa?

Nel primo caso, il calcolo della pensione veniva eseguito:

Mettendo in rapporto la media delle retribuzioni relative agli ultimi anni di lavoro.

Invece con il sistema contributivo, viene preso in considerazione solamente il totale dei contributi che il lavoratore ha versato durante la sua carriera.

Una situazione di mezzo invece sarà quella in cui centrano i lavoratori che andranno in pensione con il sistema misto.

Ovvero sia contributivo ma anche retributivo.

Il modo di calcolo contributivo fu  introdotta dalla Legge 335/1995. Ovvero come la conosciamo meglio come Riforma Dini. Inizialmente era solamente per determinati lavoratori.

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In un secondo momento, l’art. 24 del d.L. 201/2011, riguardante la Riforma Monti-Fornero, ha deciso di estendere questo sistema di calcolo a tutti i lavoratori.

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Come funziona il collocamento per chi rientra nel sistema contributivo?

Il pensionamento per quanto riguarda i lavoratori, secondo le norme più attuali, arriva all’età di 67 anni con un minimo di 20 anni di contributi di cui almeno 5 effettivi.

Con questo specifico requisito, ne abbiamo anche un altro, che riguarda la condizione economica.

In poche parole, questi lavoratori dovranno, al momento del pensionamento, registrare un assegno di pensione. E questo deve essere in assoluto superiore di 1,5 volte l’assegno sociale.

Per il momento, la somma totale dell’assegno sociale è fissa a € 459,83.

Secondo questa somma, risulta che l’assegno che il contribuente deve maturare, dovrà essere superiore di 1,5 volte.

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