Cassa integrazione: ecco le regioni per il crollo in busta paga
Sommario
I lavoratori che sono stati messi in cassa integrazione durante il periodo della pandemia, secondo l’IRPEF hanno perso quasi 4,8 miliardi di euro nelle loro buste paghe.
È il calcolo eseguito dal Servizio del lavoro a livello nazionale e le addizioni regionali, fatta in base alle analisi dei dati INPS riguardanti la cassa integrazione, che permette di contare le perdite di ogni lavoratore.
Quali sono le classifiche?
La regione Lombardia è la prima in classifica riguardo le perdite.
Ha il maggior numero di perdite nelle buste paghe, ovvero si parla del 25% della somma nazionale pari a 1,2 miliardi di euro.
Troverete in seconda posizione il Veneto, in cui la perdita della cassa integrazione è pari a 608 milioni di euro.
Subito in terza posizione l’Emilia Romagna con una perdita di 491 milioni di euro, e in quarta il Piemonte con 418 milioni di euro.
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I dati delle perdite della cassa integrazione:
Secondo la segretaria Confederale UIL Ivana Veronese ridurre lo stipendio e non pagare le rate mancanti della tredicesima e la quattordicesima porta alla diminuzione della busta paga dal 18% al 37%. La percentuale cambia in base al reddito.
Negli scorsi mesi di aprile e maggio il governo concede 1,7 miliardi di ore per la cassa integrazione rispetto alle 835 e 848 milioni di ore precedenti.
Ricordiamo che si tratta di numeri mai visti in così breve tempo è riguardano 8,4 milioni di dipendenti che hanno perso circa 569 euro procapite.
Ivana afferma che:
“Se consideriamo i beneficiari in cassa integrazione a ‘zero ore’ che corrispondono ad una platea di 5 milioni di dipendenti, la mancata retribuzione corrisponde a 966 euro netti medi pro-capite nel bimestre”.
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A quanto ammonta la cassa integrazione?
I tetti massimali della cassa integrazione sono da rivedere, possiamo però dire che ad oggi sono 998,18 euro mensili per uno stipendio inferiore o uguale a 2.159,48 euro.
Mentre sono 1.199,72 euro per una retribuzione superiore a 2.159,48 euro
Ricordiamo che queste somme sono fissate per legge.
Analizziamo che per un lavoratore a tempi pieno con uno stipendio di 1.440 euro mensili ( 17.285 euro annuì), che sia entrato in cassa integrazione a zero ore per almeno 2 mesi andrebbe a perdere circa 889 euro. Quindi 444 euro mensili.
Per i lavoratori a tempo parziale con uno stipendio annuo di 10.005 euro, ovvero 834 euro mensili, perderebbero 290 euro equivalenti a 145 euro mensili.
In base alla UIL sarebbe più opportuno che si faccia una rivalutazione dei sussidi secondo agli aumenti di contratti e non in base al tasso di inflazione.
Da leggere: Cassa integrazione: meno tasse per chi sceglie di rinunciare
Le classifiche regionali:
Qui sotto sarà elencata la classifica delle regioni secondo la retribuzione mancante nel mese di aprile e nel mese di maggio.
In questa classifica saranno presi in considerazione i fondi di solidarietà , la cassa integrazione ordinariamente è quella in deroga:
- Lombardia: 1,2 miliardi
- Veneto: 608 milioni
- Emilia Romagna: 491 milioni
- Piemonte: 418 milioni
- Lazio: 355 milioni
- Toscana: 313 milioni
- Campania: 272 milioni
- Puglia: 210 milioni
- Marche: 164 milioni
- Sicilia: 157 milioni
- Friuli Venezia Giulia: 114 milioni
- Abruzzo: 101 milioni
- Liguria: 88 milioni
- Trentino Alto Adige: 79 milioni
- Sardegna: 65.7 milioni
- Umbria 65.4 milioni
- Calabria: 53 milioni
- Basilicata: 38 milioni
- Molise: 13 milioni
- Valle D’Aosta: 10 milioni
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