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Reddito di cittadinanza in scadenza: Lavorare in ogni parte d’Italia

Reddito di cittadinanza in scadenza nel mese di settembre 2020 (riguarda le persone che ne hanno fatto domanda per primi). Sarà possibile il rinnovo, però non in maniera automatica, e in questo caso bisognerà accettare di lavorare in qualsiasi zona d’Italia.

Reddito di cittadinanza in scadenza?

Pochi mesi ancora, e in seguito i primi beneficiari di questa misura smetteranno di percepire il sostegno economico. Ovvero le persone che ne hanno fatto domanda il prima possibile, ossia a marzo 2019.

Come ben sappiamo il reddito di cittadinanza ha un massimo di percezione di 18 mesi. Di conseguenza siamo molti vicini alla scadenza indicata dalla normativa. Il quale, a contrario di quanto si sta vociferando in queste ore, non verrà assolutamente rinnovato in maniera automatica.

Malgrado l’emergenza del Coronavirus, infatti, non si sono verificate modifiche a quanto stabilito dalla normativa vigente in merito al rinnovo del reddito di cittadinanza. Infatti questo quanto precedentemente stabilito dal decreto 4/2019 a riguardo, con il nucleo familiare che dovrà per forza presentare una nuova domanda.

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Reddito di cittadinanza scaduto: cosa serve per rinnovarlo?

Molto importante ricordare che il reddito di cittadinanza viene concesso per un massimo di 18 mesi.

Questo vuol dire che chi lo percepisce da’inizio di aprile 2019 continuerà a riceverlo fino a settembre 2020 (compreso). A meno che la persona interessata non lo perda prima per la insufficienza di requisiti o in seguito ad una sanzione.

Successivamente all’estate, numerosi nuclei familiari non percepiranno più il reddito di cittadinanza. La normativa, di conseguenza, rilascia una  richiesta nuova, qualora il nucleo familiare ne soddisfi ancora i requisiti.

Non verrà fatto nessun rinnovo automatico, dato che sarà necessario rifare una  domanda nuova.

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Gli unici due documenti necessari per la nuova richiesta del reddito di cittadinanza, quindi, saranno:

Modulo SR180 per la domanda RdC/PdC;

ISEE aggiornato al 2020 (lo stesso che avete richiesto a gennaio 2020 per far sì che il reddito di cittadinanza continuasse ad essere erogato);

Per chi volesse che l’importo del nuovo sostegno venga calcolato tenendo conto di una situazione più aggiornata (ovvero sulla base dei redditi del 2019 e non del 2018 come previsto invece dall’ISEE ordinario). Allora sarebbe più opportuno presentare l’ISEE corrente;

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La richiesta potrà essere presentata dopo un mese dalla decadenza del reddito di cittadinanza. Questo significa che chi ne perde il diritto a settembre dovrà aspettare fino ad ottobre 2020 per produrre la nuova istanza.

Con il reddito di cittadinanza che tornerà ad essere erogato – in caso di accoglimento della nuova domanda – per altre 18 mensilità.

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Cosa cambia dopo il rinnovo?

Anche nel secondo periodo nel quale si percepisce il reddito di cittadinanza il nucleo familiare sarà chiamato a dover rispettare tutti gli obblighi che sono stati previsti dalla normativa.

Come per esempio partecipare – o continuare nel caso in cui questo sia stato già iniziato – in un percorso per il reinserimento nel mercato del lavoro o di inclusione sociale.

Nella seconda fase, inoltre, dovrebbero cambiare le norme collegate all’accettazione di un’offerta di lavoro congrua.

In questa maniera, infatti, è considerata adeguata un’offerta ovunque questa sia collegata nel territorio italiano, anche nel caso in cui si tratti di prima offerta.

Regole di distanza:

Per fare un esempio, anche coloro che risiedono a Roma dovranno accettare di  lavorare nella città Milano. Pena la decadenza del beneficio (mentre fino ad oggi la prima offerta di lavoro è vincolata ad un raggio di 100 chilometri).

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Di conseguenza, per continuare a poter ottenere il reddito di cittadinanza per altri 18 mesi bisognerà in ogni caso rendersi disponibile. Ed accettare un’offerta di lavoro, ovunque essa si trovi.

Nel caso capiti il contrario verrà attivata la decadenza del RdC. E per la nuova domanda dovrete aspettare ben 18 mesi (o 6 mesi per i nuclei familiari dove ci sono componenti minorenni o con disabilità grave).

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