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Una volta che avverrà la scadenza della pensione quota 100, che sarà il 31 dicembre 2021, entrerà in vigore la pensione quota 41 a partire dal 1 gennaio 2022.
Pensione quota 41: cosa accadrà a partire dal 1 gennaio
La competenza pubblica verrà tagliata maggiormente, in quanto queste sono le tendenze che marcano sempre più l’Europa.
Ma ciò può anche non comprendere tutto il sistema pensionistico italiano, ovvero quello di tagliare ulteriormente.
Ovviamente, la crisi che ha toccato l’economia, a causa anche dell’emergenza Covid-19 che grava ulteriormente.
La limitazione riguardo l’Italia che dovrà accettare per usufruire del Recovery Fund saranno vincolate.
Dalla situazione attuale si prevede probabilmente che non esisterà alcuna quota 41 e nemmeno una legge Fornero Bis.
Di cosa tratta la legge Fornero:
La manovra Salva-Italia, introdotto dalla riforma Fornero fece si che il sistema pensionistico divenne un modello contributivo.
Ovvero più contributi si versavano più alto sarebbe stato l’assegno di pensione.
Rimanevano, quindi, solo il pensionamento dell’anzianità anagrafica e degli anni di contributi versati.
Il primo criterio si ha la pensione a 66 anni con 20 anni almeno di contributi versati.
Per chi vuole andare prima in pensione; le donne devono aver versato i contributi che diventano 41 più un mese, anziché 40. Per gli uomini, invece, 42 anni e un mese.
Leggi anche: Pensione quota 100: stop alla quota ma si abbassa l’età pensionabile
Pensione Quota 41: chi può richiederla
Nunzia Catalfo, del ministero del lavoro, comunica che si prevede l’estensione del sistema pensionistico quota 41 per i lavoratori che subiranno la scadenza della quota 100.
La Quota 41 sarebbe ritirarsi dal mondo del lavoro avendo versato 41 anni di contributi indipendentemente dall’età che si ha.
Ma vediamo quali sono i requisiti per la quota 41:
- Avere 12 mesi di contributi versati, non per forza continuativi, prima del compimento dei 19 anni di età;
- 41 anni di contributi maturati;
- Appartenere ad almeno una delle 5 categorie tutelate: disoccupati, invalidi, lavori usuranti, lavori gravosi.
Non basta però che si abbia iniziato a lavorare ad un’età giovane per avere la quota 41. Quest’ultima è destinata solo alle persone che fanno parte anche di una delle seguenti categorie:
- Dipendenti e autonomi con invalidità pari o superiore al 74%;
- Dipendenti disoccupati a seguito di licenziamento o dimissioni per giusta causa, e che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno tre mesi;
- I caregiver: ossia coloro che assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità;
- Lavoratori che svolgono da almeno sei anni all’interno degli ultimi sette attività lavorative usuranti e gravose.
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Cosa ne pensa l’istituto Inps a riguardo?
La pensione quota 41 non è apprezzata dall’INPS.
Pasquale Tridico pensa che sia una quota rigida, e che dovrebbe fiancheggiare lavori graziosi. Per poter, così, assicurare eventuali uscite precoci dal lavoro.
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