Opzione Donna: proroga, requisiti e ultime notizie!

Riforma pensioni opzione donna sarà estesa anche agli uomini?

La nuova Legge di Bilancio 2021 ha prorogato Opzione Donna. La norma permette alle sole lavoratrici di accedere alla pensione di anzianità con requisiti anagrafici e contributivi più favorevoli, scontando questa agevolazione con un calcolo interamente contributivo del trattamento di pensione.

Opzione donna cos’è:

L’Opzione Donna è una possibilità per le lavoratrici del pubblico e del privato di andare in pensione anticipata, ma con assegno calcolato interamente su sistema contributivo. È un’opzione introdotta dalla Legge Maroni 243/04, ripresa dalla Riforma Pensioni Fornero 2011 e prorogata dalla Legge di Bilancio.

Opzione Donna è una modalità di pensionamento anticipato che la Legge di Bilancio 2021 ha esteso alle lavoratrici che abbiano maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2020, indipendentemente dal momento della decorrenza della pensione, che dovrà comunque avvenire successivamente a tale data.

Opzione donna: quando e come andare in pensione

riforma pensioni opzione donna:

La c.d. opzione donna è stata introdotta dall’art. 1, comma 9, della L. 243/2004, il quale aveva previsto la possibilità per le lavoratrici che hanno maturato 35 anni di contributi e 57 anni di età per le lavoratrici dipendenti o 58 anni per le lavoratrici autonome (requisito anagrafico da adeguarsi periodicamente all’aumento della speranza di vita), di accedere anticipatamente al trattamento pensionistico, a condizione che optino per il sistema di calcolo contributivo integrale.

Opzione donna requisiti:

Possono accedere alla pensione anticipata c.d. opzione donna le lavoratrici che abbiano maturato, entro il 31 dicembre 2020, un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome).

Ai fini del conseguimento della pensione è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente. Non è invece richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratrice autonoma.

Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurata, fermo restando il contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico.

La pensione è liquidata esclusivamente con le regole di calcolo del sistema contributivo di cui al decreto legislativo 180/1997.

Opzione donna decorrenza e durata:

Le lavoratrici conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi:

Le lavoratrici del comparto scuola e dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM), al ricorrere dei requisiti, possono conseguire il trattamento pensionistico rispettivamente a decorrere dal 1° settembre e dal 1° novembre 2021.

La decorrenza del trattamento pensionistico non può essere comunque anteriore al 2 gennaio 2021.

Le lavoratrici che hanno raggiunto i requisiti previsti entro il 31 dicembre 2020 possono conseguire il trattamento pensionistico anche successivamente alla prima decorrenza utile.

Opzione donna come fare la domanda:

Con il messaggio 23 gennaio 2020, n. 243 l’INPS informa che è possibile presentare la domanda per l’Opzione donna avvalendosi delle consuete modalità:

Opzione donna anche per gli uomini:

L’idea quindi di estendere il sistema di pensionamento anticipato a 58 anni di età (59 per i lavoratori autonomi) con almeno 35 di contributi non dispiace al ministero del Lavoro.

Pare sia una delle poche strade percorribili per concedere la pensione anticipata senza pesare sui conti dello Stato.

Opzione donna prevede, infatti, che la lavoratrice possa andare in pensi0one a patto che rinunci alla parte di calcolo retributiva per i versamenti maturati prima del 1996. Il che significa accettare anche una forte penalizzazione dell’assegno.

Il calcolo, al momento della liquidazione, è fatto interamenete col sistema contributivo (più penalizzante) e i contributi versati prima del 1996 vengono migrati.

In parole più semplice, si rischia di perdere anche un quarto dell’assegno rispetto a quanto previsto col sistema di calcolo misto.

Inps opzione donne ultime notizie:

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