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Milleproroghe 2021 Cassa integrazione Covid: La proroga!

Milleproroghe 2021 Cassa integrazione Covid, E’ stata confermata la proroga per quanto riguarda i termini per l’invio delle richieste della cassa integrazione Covid.

A causa del prolungamento dello stato di emergenza, perciò, il Governo riconferma ed estende anche gli ammortizzatori sociali che sono stati approvati durante il primo lockdown.

Così da essere in grado di permettere alle imprese e ai dipendenti di poter sfruttare gli aiuti concessi anche oltre le scadenze inizialmente fissate.

Milleproroghe 2021 Cassa integrazione Covid: La conferma

A causa della conversione in legge del decreto Milleproroghe il Governo ha esteso i termini per l’invio delle richieste di accesso ai trattamenti di integrazione salariale, inclusa di fatto anche la cassa integrazione Covid.

Per essere in grado di accedere alla cig, per essere più specifici, coloro che ne sono interessati hanno tempo fino al 31 marzo 2021.

Ovvero ultimo termine termine per la presentazione e l’invio delle istanze.

Sono stati confermati anche i requisiti di accesso al trattamento, secondo cui proroga viene riconosciuta alle imprese che hanno registrato un calo del fatturato a seguito o a causa dell’epidemia da Covid in Italia.

Milleproroghe 2021 Cassa integrazione Covid: domanda entro il 31 marzo

Invece per quanto riguarda la:

  1. Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO);
  2. Assegno Ordinario (ASO);
  3. Cassa Integrazione Salariale Operai Agricoli (CISOA);
  4. Cassa Integrazione Guadagni In Deroga (CIGD);
Da leggere:  Proroga dello stato di emergenza: fino al 31 gennaio cosa potrebbe cambiare?

viene stabilito che le richieste dovranno essere spedite, a pena di decadenza, entro la fine del mese dopo a quello in cui ha avuto inizio il periodo della sospensione o di calo dell’attività lavorativa.

I datori di lavoro che hanno presentato richiesta per trattamenti diversi da quelli cui avrebbero avuto diritto, potranno presentare la richiesta nelle modalità corrette entro 30 giorni dalla comunicazione dell’errore da parte dell’amministrazione di riferimento.

L’Inps ha oltre dovuto inoltre chiarire che le aziende che hanno già trasmesso domanda di accesso alle prestazioni con causale “COVID-19 nazionale” potranno inviare una richiesta integrativa, con la stessa causale e per lo stesso periodo richiesto in origine, anche con riferimento ai lavoratori che prima non rientravano tra i beneficiari della prestazione.

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