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L’app Immuni è arrivata direttamente dal governo, che annuncia: «Privacy rispettata. I dati saranno distrutti entro fine anno»
Infatti la geolocalizzazione è stata esclusa. Appunto parte da questa conferma per la regolamentazione dell’app Immuni. Di conseguenza non sarà attivato nessun gps e nessun tracciamento dall’alto.
Alla fine dell’epidemia tutti i dati verranno cancellati dal server o non più tardi del 31 dicembre. Insieme anche alla piattaforma che è stata istituita dal ministero della Salute in coordinamento con la Protezione civile, l’Iss e le strutture sanitarie pubbliche e private.
«Per maggiori adempimenti necessari al tracciamento dei contatti e per l’adozione di correlate misure di sanità pubblica e di cura».
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App Immuni: è obbligatoria?
Nel caso in cui non utilizziate l’app «non comporta alcuna limitazione o conseguenza in ordine all’esercizio dei diritti fondamentali dei soggetti interessati. Ed inoltre è assicurato il rispetto del principio di parità di trattamento».
In poche parole, il decreto legge che è stato approvato dal consiglio ieri notte ha garantito la privacy. Dunque esclude qualsiasi imposizione a chi volesse ribellarsi all’utilizzo.
«Servirà? Non servirà? Non è mio compito dirlo – sottolinea il commissario Domenico Arcuri – io ho il compito di implementarla e di renderla compatibile con le norme su sicurezza e privacy».
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Come verrà utilizzata?
Sarà messo a disposizione «un server pubblico e italiano – ha sottolineato il commissario – e questo è garantito, che rispetti la privacy secondo le leggi italiane ed europee.
Poi che serva ad accorciare se non ad azzerare il tempo tra il contagio e il tracciamento del caso, che ora ci mette un certo tempo».
Il sistema potrà e sarà in grado di finalizzare a rilevare i contatti «stretti». Tra le persone che installeranno l’app «su base volontaria» i loro dati dovranno essere resi «anonimi».
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Dove saranno custoditi i dati?
I dati saranno conservati «anche nei dispositivi mobili degli utenti, per il periodo strettamente necessario al trattamento».
Il sistema che consente il tracciamento – sottolinea la ministra dell’Innovazione Paola Pisano – terrà alcuni fattori in considerazione. «L’evoluzione di sistemi internazionali oggi ancora non completamente definiti. In particolar modo i modelli annunciati da Apple e Google, su cui la soluzione italiana si baserà».
Le applicazioni di tracciamento dei contatti – ha sottolineato la ministra – possono funzionare anche con un’adesione sotto il 60%, «già al 25-30% hanno giù una buona resa».
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