Cittadinanza Italiana

Abbreviazioni residenza decennale per cittadinanza italiana: Casi previsti dalla legge

Le Abbreviazioni residenza decennale per cittadinanza italiana sono casi particolari che permettono a determinate categorie di cittadini stranieri di ottenere la cittadinanza italiana con un periodo di residenza inferiore a 10 anni.

Vediamo insieme quali sono queste categorie e come avviene il rilascio:

Abbreviazioni residenza decennale per cittadinanza italiana:

La cittadinanza italiana per residenza, prevede come requisito fondamentale il soggiorno in Italia per un periodo ininterrotto di 10 anni.

Solo una volta superati i 10 anni di residenza, si può richiedere la naturalizzazione per diventare cittadini italiani.

La residenza deve essere ininterrotta e qualsiasi buco di residenza anche pari ad un singolo giorno può provocare il rifiuto della vostra richiesta di cittadinanza italiana.

Le categorie di cittadini stranieri che possono richiedere la cittadinanza italiana con periodo di residenza inferiore ai 10 anni sono:

  • I discendenti di ex cittadini italiani per nascita: tre anni di residenza legale;
  • cittadini di uno Stato appartenente al’unione: quattro anni di residenza legale;
  • Apolidi e i rifugiati, così come per gli stranieri maggiorenni adottati da cittadini italiani: 5 anni di residenza
  • Sette anni per l’affiliato da cittadino italiano;
  • non è richiesto alcun periodo di residenza per gli stranieri che hanno prestato servizio allo Stato per un periodo di almeno cinque anni, anche all’estero.

Abbreviazioni residenza decennale per cittadinanza italiana: Ricostruzione della cittadinanza italiana per discendenza

La Ricostruzione della cittadinanza italiana per discendenza è un procedimento grazie al quale il consolato, ricostruendo le vicissitudini di cittadinanza di una famiglia, per esempio immigrata all’estero, può verificare se una persona sia in possesso o meno della cittadinanza italiana.

Da leggere:  Validita passaporto

Con la ricostruzione si va a verificare che la trasmissione della cittadinanza non si sia mai interrotta a partire dal primo ascendente nato in Italia da genitori italiani e giunto in un paese estero fino alla persona che presenta istanza di ricostruzione.

A chi deve essere presentata la domanda?

La domanda di ricostruzione della cittadinanza italiana per discendenza deve essere presentata all’ufficio consolare italiano competente per il luogo in cui si risiede.

Si consiglia sempre di contattare l‘ufficio consolare prima di iniziare a raccogliere la documentazione perché la loro raccolta dipende anche dalle vicissitudini di cittadinanza della famiglia di origine.

Bisogna dimostrare che il proprio avo, fosse in possesso della cittadinanza italiana nel momento in cui ha lasciato l’Italia e che in seguito ha deciso di mantenerla e di non rinunciarvici.

Documenti per la ricostruzione della cittadinanza italiana per discendenza:

I documenti necessari per la ricostruzione sono:

  • L’atto di nascita del proprio avo. Il certificato può essere richiesto all’ufficio anagrafe del comune di residenza del proprio avo.
  • Un documento che attesti la cittadinanza italiana del proprio avo. Questo documento può essere per esempio: Il passaporto italiano, certificato di cittadinanza storico, etc).
  • Atti di stato civile di tutti le generazioni opportune per di dimostrare il legame di sangue.
  • Se non ci sono ascendenti deceduti dovrà essere presentato il loro DNI aggiornato.

La ricostruzione è fondamentale perché potrebbe accadere che si siano verificati delle interruzioni nella catena di trasmissione della cittadinanza italiana; a seguito della naturalizzazione straniera.

Può succedere inoltre che la ricostruzione non sia possibile perché il proprio ave proviene da una zona che all’epoca della sua partenza non faceva ancora parte del territorio nazionale italiano.

Da leggere:  Documenti per la cittadinanza italiana

La documentazione è sempre valida e non ha una scadenza. Inoltre deve essere tradotta in italiano da un traduttore iscritto all’albo dei traduttori.

La traduzione può essere evitata se il paese dove risiedete ha sottoscritto degli accordi che permettono di fare uso del cosiddetto apostille.

Apostille:

L’apostille  sostituisce la legalizzazione presso l’ambasciata. Questo strumento è stato introdotto dalla convenzione dell’Aia del 5 ottobre 1961.

In particolare questa convenzione stabilisce che se una persona ha bisogno di fare valere in Italia un certificato di nascita e vive in un paese che ha aderito a questa Convenzione non ha bisogno di recarsi presso l’ambasciata italiana e chiedere la legalizzazione.

Sarà sufficiente recarsi presso l’autorità interna di quello Stato (designata dall’atto di adesione alla Convenzione stessa) per ottenere l’annotazione della cosiddetta apostille sul certificato.

Il mio ave era una donna, posso accedere comunque alla cittadinanza italiana?

Nell’ordinamento italiano la donna può trasmettere la cittadinanza solo a partire dal 1
gennaio 1948. Si tratterà di verificare se il proprio ave donna abbia conservato la cittadinanza italiana e che i suoi figli siano nati dopo il 1 gennaio 1948.

Il consolato può aiutare a cercare i documenti che servono?

Il consolato può assistere nel verificare quale sia la documentazione che deve essere presentata nel suo caso specifico, ma non può farsi carico di trovare i documenti che servono.

Quanto dura il procedimento?

Il procedimento per il riconoscimento della cittadinanza italiana è un procedimento semplice che può però complicarsi quando, nel corso delle generazioni per esempio siano avvenuti cambiamenti di nome o altri accadimenti che rendono più difficile dimostrare il legame di sangue tra il richiedente e i suoi avi.

Un altra causa che influisce sui tempi di trattazione è l’altissimo numero di domande presentate negli ultimi anni che hanno messo a dura prova la rete consolare italiana all’estero.

Da leggere:  Cittadinanza per nascita sul territorio italiano ( Ius soli )

Abbreviazioni residenza decennale per cittadinanza italiana: Cittadinanza italiana per rifugiati e apolidi

La costituzione italiana tutela i rifugiati e apolidi presenti sul territorio italiano e dopo 5 anni di residenza legale sul territorio italiano possono richiedere la cittadinanza italiana.

Un requisito fondamentale per la richiesta è quella di possedere un reddito per almeno anni.

Non possono richiedere la cittadinanza per rifugiati e apolidi che usufruiscono di protezione sussidiaria o di protezione umanitaria.

Domanda cittadinanza italiana per rifugiati e apolidi:

La cittadinanza italiana per rifugiati e apolidi avviene per naturalizzazione del richiedente.  deve essere effettuata online al sito del Ministero dell’Interno. Inoltre la seguente documentazione::

  • Il certificato di nascita legalizzato o apostillato;
  • Il certificato penale del paese di origine anch’esso legalizzato. Se il richiedente era presente sul territorio italiano, non c’è bisogno di presentare questo documento);
  • Ricevuta del contributo obbligatorio da 250 euro;
  • Marca da bollo da 16 euro;
  • Documento di riconoscimento: (Passaporto, carta d’identità o documento equipollente);
  • Atto notorio o autocertificazione;
  • Copia certificato dello status di rifugiato o apolide.

Atto notorio. Di che cosa si tratta?

Un documento importante per il rilascio della cittadinanza italiana per rifugiati e apolidi è la presentazione dell’atto notorio.

L’atto notorio, è un atto pubblico necessario per provare determinati fatti, stati o qualità personali..

Viene scritto davanti un pubblico ufficiale che può essere un notaio o un cancelliere presso un tribunale.

Si tratta principalmente di una una dichiarazione giurata, resa sotto giuramento, da parte di più persone chiamate attestanti che devono essere due maggiorenni, muniti di documento in corso di validità e nel pieno esercizio dei propri diritti civili

Il costo viene stabilito dal pubblico ufficiale che sottoscrive questo l’atto. Solitamente il costo si aggira intorno ai 200 euro.

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