Pensione

Pensioni fino a 515 euro: ecco chi può richiedere l’aumento

L’aumento della pensioni fino a 515 euro non è indirizzato solo alle pensioni d’invalidità. Ecco chi può richiedere l’aumento.

C’è la novità che ci sarà un aumento delle pensioni di invalidità civile, che grazie al Decreto Rilancio possono arrivare a 515 euro (condizioni permettendo).

Si parla di questa cifra esatta in quanto è il trattamento minimo nel 2020, ovvero coloro che hanno le pensioni con un valore minimo fissato dalla legge.

Per cui nel 2020 tale trattamento ha un importo di 515 euro e viene rivalutato ogni anno in base all’andamento dell’inflazione. Vengono inclusi anche altri incentivi.

Come prima anticipato, non solo le pensioni di invalidità subiranno un aumento ma anche per assegni ordinari di invalidità 

Come ormai si sa, per poter ottenere l’incremento, delle pensioni fino a 515 euro, occorre avere dei requisiti in base al reddito.

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Quando è possibile ottenere le pensioni fino a 515 euro?

Per poter sapere chi ha può ottenere l’aumento delle pensioni fino a 515 eur, occorre prima sapere quando è stata liquidato l’assegno.

Dipende dai limiti di reddito, ovvero se la pensione sia liquidata prima o dopo il 1 gennaio del 1994.

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Precisiamo che nel reddito del pensionato non ci tengono in considerazioni:

  • Importo della pensione da integrare;
  • Il reddito della casa d’abitazione;
  • I trattamenti di fine rapporto;
  • I redditi derivanti da competenze arretrate sottoposte a tassazione separata solo per le pensioni con decorrenza dal 1° febbraio 1994.

Per sapere se si può avere l’aumento bisogna innanzitutto calcolare i redditi che ha il cittadino in pensione; se è sposato bisogna controllare che non superi la soglia determinata per le coppie.

Ma per chi ha la pensione liquidata prima dell’anno 1994, si prederà in considerazione solo il reddito del singolo pensionato.

Dunque, per poter ottenere l’aumento della pensione fino a 515 euro e quindi l’intero assegno di pensione; non bisogna superare i seguenti limiti di reddito:

  • Individuale: 6.695,91€ (indipendentemente dall’anno in cui è stata liquidata la pensione);
  • Coniugale: 26.783,64€ (per le pensioni liquidate nel 1994) o di 20.087,73€ (per quelle liquidate dopo il 1994).

Anche se si dovesse superare la soglia, si può comunque ottenere l’integrazione ma solo a metà; lo si può avere se il reddito rimane inferiore a:

  • Se individuale: 13.391,82€;
  • Se coniugale: 33.479,55€ (per le pensioni liquidate nel 1994) o 26.783,64 € (per quelle liquidate dopo il 1994).

Per poter calcolare la massima integrazione è sufficiente togliere la somma del reddito ottenuto dalla soglia massima che prevede l’INPS.

Da leggere:  Pensione Ape: ecco chi ne ha diritto e quale percentuale

Così facendo si potrà dividere il risultato per 13 mensilità. Ricordiamo che per chi viene utilizzato la metodologia contributiva non può ottenere l’aumento.

Da leggere: Come andare in pensione a 55 anni! | Stranieri d’Italia

Assegno ordinario: a chi spetta il reddito fino a 515 euro?

Lo stesso vale per chi già ha un assegno ordinario di invalidità del valore di 515 euro, può comunque percepire anche altri 515 euro grazie all’integrazione al minimo.

Vengono richiesti limiti di reddito diversi dagli altri assegni; spetta a chi ha un reddito sotto i:

  • Per gli individuali: 11.955,58€;
  • Per il coniugale: 17.933,37€.

Una volta che si superano questi limiti, non viene percepito alcuna integrazione.

Ma rimane comunque un lato positivo per gli assegni ordinari di invalidità, ovvero quello di poterlo ottenere anche superando il reddito personale ma non quello coniugale.

C’è da precisare che il valore dell’integrazione minima non deve essere superiore all’assegno sociale che ha l’importo di 459 euro al mese.

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