Nuovo bonus 1000 euro nel Ristori 5, per autonomi e Partite Iva
Sommario
Troviamo il nuovo bonus 1000 euro nel tanto atteso Decreto Ristori 5, rivolto principalmente agli autonomi e partite Iva.
Sempre seguendo determinati requisiti necessari per accedervi.
A chi spetta il nuovo bonus 1000 euro?
Potranno ottenerlo i titolari delle Partite Iva da 3 anni ed anche ai lavoratori autonomi, che abbiano un reddito non superiore ai 50 mila euro all’anno.
E che hanno registrato nel corso del 2020 una diminuzione del 33% del fatturato per colpa del Covid-19 e delle restrizione da esso causate.
Tutto ciò a condizione che le persone di cui parliamo abbiano tutti i con tributi Inps prima della pandemia.
Saranno presenti inoltre determinati contributi per le persone che hanno dovuto chiudere durante le feste natalizie a causa dei provvedimenti presi dal Governo, come ad esempio gli impianti sciistici.
Nuova pace fiscale:
Un altro capitolo che troviamo all’interno del decreto Ristori 5 una nuova pace fiscale.
A parlarne è stato proprio il, Viceministro all’Economia, Laura Castelli, in un lungo post su Facebook, sottolineando che sarà caratterizzata dalle seguenti misure:
- Saldo e stralcio per il 2021 delle cartelle esattoriali;
- Per dare respiro ai contribuenti saranno rottamate le cartelle dal 2016 al 2019. Questa misura è rivolta ai contribuenti che si trovano in difficoltà ed hanno delle posizioni aperte con il fisco, determinate da delle morosità incolpevoli;
- Saranno, inoltre, rinviate le cartelle esattoriali per quanti sono in difficoltà e scontate per quanti non siano in grado di pagare.
“La strada su cui proseguire è chiara, passa per il rifinanziamento di misure importanti, che abbiamo già messo in campo, come il contratto di espansione o quelle per la liquidità, ma non può prescindere da un pacchetto Salva Imprese – spiega la Castelli -.
Norme che intervengano, anche attraverso l’ampliamento delle possibilità di accesso ai piani di risanamento e alle procedure concorsuali, per favorire il risanamento delle imprese e la tutela del creditore.
O ancora, da una riforma complessiva del Fisco, che semplifichi il rapporto tra lo Stato, i cittadini e le imprese, e porti ad un abbassamento della pressione fiscale, proseguendo su quella strada che già abbiamo intrapreso”.
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