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Il Reddito di cittadinanza sarà modificato dal nuovo governo!

Il Reddito di cittadinanza, la riforma fortemente voluta dai 5 stelle potrebbe subire delle modifiche nel caso l’alleanza giallo-rossa vada a buon fine.

Il reddito di cittadinanza va modificato:

Non solo quota 100. Il Partito democratico, preme per modificare il reddito di cittadinanza. Ma in questo caso la strada si preannuncia in salita.

Se da un lato i cinquestelle paiono disposti ad avallare una revisione del pacchetto con cui da quest’anno è possibile uscire in anticipo dal mondo del lavoro con 62 anni di età e 38 di contributi, dall’altro non hanno alcuna intenzione di rinunciare al loro cavallo di battaglia.

Ne sono consapevoli i democratici, che si accontenterebbero in questa fase di raggiungere un accordo di massima per una riforma light del sussidio targato M5S.

Richieste del partito democratico:

Il Partito democratico chiede innanzitutto:

1 proposta:

  • d’implementare il meccanismo per l’inserimento nel mondo lavorativo degli aventi diritto al reddito di cittadinanza.

Patti di lavoro: I primi saranno siglati a partire da settembre

Va ricordato infatti che da questo punto di vista il nuovo strumento non ha dato per ora risultati. I primi patti per il lavoro erano attesi per l’inizio di luglio: diversamente da quanto era stato previsto, i membri delle famiglie che risultano immediatamente attivabili li sigleranno a partire dall’inizio di settembre.

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Ulteriori sanzioni:

In queste ore si ragiona quindi sulla possibilità di inasprire le sanzioni nei confronti di chi non si presenterà nei centri per l’impiego il giorno della convocazione e di chi, in seguito all’avvio del percorso di reinserimento occupazionale, non parteciperà alle iniziative di orientamento e ai progetti indicati dagli operatori.

Il rischio che si verifichino defezioni è elevato, a causa dei bassi importi erogati su molte delle card in circolazione.

Per chi ha ricevuto somme al di sotto dei 300 euro il gioco potrebbe non valere la candela.

Al momento la legge prevede già sanzioni severe per le famiglie che hanno avuto accesso al sussidio nel caso in cui non si dovessero presentare nei centri per l’impiego quando convocate: a chi diserta il primo colloquio viene sospesa l’erogazione del bonus per un mese, una seconda assenza costa due mensilità del reddito di cittadinanza, mentre dopo tre appuntamenti mancati senza giustificato motivo il diritto al beneficio viene revocato.

2 proposta:

  • far scattare il decadimento già al secondo appuntamento mancato e di punire chi diserta la prima convocazione senza giustificato motivo con la sospensione di due mensilità del reddito di cittadinanza anziché una.

3 proposta:

  • I democratici sono contrari al vincolo dei dieci anni di residenza in Italia, Il Pd vorrebbe rimuovere questo vincolo e abbassare l’asticella almeno di 5 anni.
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Extracomunitari beneficiari del RDC : I cittadini extracomunitari che hanno fatto richiesta per aderire al reddito di cittadinanza non hanno ancora ricevuto una risposta dall‘INPS. 

Ma per quale motivo accade questo?

Extracomunitari beneficiari del RDC : Necessità di un decreto attuativo

Cos’è il decreto attuativo?

Quando il Parlamento scrive una legge lo fa solitamente in termini abbastanza generali e spesso rimanda i dettagli appunto ai decreti attuativi.

Questi ultimi li scrive il Governo e servono a decidere i dettagli che la legge non ha specificato.

Anche per quanto riguarda la riforma del reddito di cittadinanza, il parlamento sii è comportato in questo modo e quindi questo significa che i cittadini extracomunitari non possono sussidio mensile.

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Quali erano i requisiti per gli extracomunitari?

I requisiti per beneficiare della manovra erano i seguenti:

  • Avere più di 18 anni;
  • essere disoccupato o inoccupato;
  • percepire un reddito inferiore alla soglia minima di povertà;
  • percepire una pensione inferiore alla soglia minima di povertà;
  • limite di reddito ISEE pari o inferiore 9000/9360 euro.

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4 Proposta:

  • Infine, il nodo risorse. L’obiettivo del Pd, ora che il progetto legato alla flat tax con l’aliquota al 15 per cento pare definitivamente tramontato, è di convincere i pentastellati a utilizzare le risorse in eccesso per finanziare il taglio del cuneo fiscale, così da provocare un aumento, seppur lieve, degli stipendi dei lavoratori.
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