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Pignoramento dello stipendio 2020: Quando avviene e quali sono i limiti?

Pignoramento dello stipendio 2020, Dopo la mancata risposta alla prima intimazione di pagamento, il soggetto debitore può rischiare di vedersi la requisizione del proprio stipendio.

Vediamo insieme quando avviene e quali sono i limiti.

Quando avviene il pignoramento dello stipendio 2020?

La nuova legge di Bilancio 2020 ha introdotto delle nove direttive in materia di pignoramento dello stipendio.

In particolare, per alleggerire la procedura di riscossione dei debiti da parte dei creditori con a nuova riforma sarà possibile riscuotere il debito direttamente dalla busta paga del lavoratore in azienda.

Oppure una volta che quest’ultima viene depositata nel conto corrente del soggetto insolvente.

Atto di notifica del pignoramento:

L’atto di notifica del pignoramento, è un documento che comunica il debitore l’avvio della procedura. In questo documento vengono indicate tutta una serie di informazioni riguardanti:

  • Debitore;
  • Soggetto terzo coinvolto, ossia il soggetto che si occuperà della riscossione del debito;
  • Nome del creditore ed eventuale indirizzo PEC;
  • Somma dovuta;
  • L’intimazione al terzo di non disporne se non per ordine del giudice;
  • Dichiarazione di residenza o di domicilio nel medesimo comune del tribunale competente;
  • Citazione del debitore a comparire dinanzi al giudice, fissando un’udienza che rispetti il termine dilatorio di pignoramento (articolo 501 c.p.c.);
  • L’invito al terzo a rendere entro dieci giorni al creditore procedente la dichiarazione prevista dall’art. 547.
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Pignoramento della busta paga in azienda:

Una delle principali modalità di riscossione del debito a nome del lavoratore è quella andare a prelevare la somma fissata dal giudice in un periodo antecedente all’accredito dello stipendio.

In questo caso, la notifica del pignoramento viene inviata sia al lavoratore che al datore di lavoro e quest’ultimo trattiene, dal salario mensile,, le somme che l’ufficiale giudiziario ha stabilito.

Di conseguenza, il lavoratore riceverà uno stipendio netto delle trattenute.

Pignoramento della busta paga in banca:

Nel caso lo stipendio fosse già stato accreditato al lavoratore sul proprio conto corrente, le regole per il pignoramento sono diverse.

Sarà infatti l’intermediario bancario a svolgere il compito di detrarre la somma di denaro necessaria a saldare debito.

Tuttavia, bisogna ricordare che l’azione di sottrazione del denaro varia a seconda se la busta paga è stata accreditata sul conto corrente prima o dopo la notifica di pignoramento.

  • Nel primo caso, il limite massimo pignorabile della retribuzione è pari al triplo dell’importo dell’assegno sociale (459,83 euro per 13 mensilità). Dunque, a somma che non può essere pignorata è pari a 1.379,49 euro. Quindi, se sul conto ci sono 10.000 euro, il creditore potrà pignorare 8.620,51;
  • Nel secondo caso, invece, ossia se la retribuzione è accreditata sul conto dopo la notifica del pignoramento, il limite massimo di pignoramento è di un quinto dello stipendio.
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Quali sono i limiti del pignoramento stipendio 2020?

La legge ha stabilito dei limiti per quanto riguarda il pignoramento della busta paga.

Infatti si cerca di garantire al debitore comunque un minimo vitale per vivere e sostenere economicamente la propria famiglia.

La quota massima di stipendio pignorabile è pari a 1/5 dello stesso.

Quando il credito è l‘Agenzia delle Entrate, il pignoramento deve sottostare a delle precise regole.

Le quote pignorabili sono:

  • 1/10 dello stipendio quando l’importo è inferiore ai 2.500€;
  • 1/7 dello stipendio se l’importo è inferiore ai 5.000€;
  • 1/5 dello stipendio quando l’importo supera i 5.000€.

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Fonte
www.debitobancario.it

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