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Il decreto milleproroghe ha previsto la proroga di tutte le scadenze normative, riguardanti le scadenze normative come per esempio la sospensione sfratti. Vediamo più nel dettaglio che cosa è stato previsto!
Sospensione sfratti prevista dal decreto mille proroghe:
Fino al 30 giugno 2021 è stata previsto dal decreto milleproroghe la proroga del blocco degli sfratti e quindi la sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili.
Ciò non vuol dire che in questo periodo non si possano attivare i procedimenti per convalida di sfratto, ma semplicemente che ne è differita l’esecuzione.
La proroga degli sfratti, che riguarda anche gli immobili ad uso non abitativo, si limita alle seguenti situazioni:
- Provvedimenti di sfratto per mancato pagamento del canone (e non quindi per finita locazione);
- Provvedimenti di rilascio dell’immobile conseguenti al decreto di trasferimento di immobili pignorati;
- Gli immobili sono abitati dal debitore e dai suoi familiari.
Cosa fare se riceviamo un’ingiunzione di sfratto?
Non tutti lo sanno, ma gli inquilini in difficoltà, a rischio di sfratto, oggi possono accedere a un sostegno statale attraverso due fondi istituiti appositamente per venire incontro alle necessità di chi corre il rischio di finire sulla strada.
I fondi riguardano dunque i casi di morosità incolpevole, ovvero quei casi in cui ci si trova debitori perché sono venuti meno – per circostante indipendenti dalla propria volontà – i mezzi di sostentamento fondamentali per il nucleo familiare e per pagare le spese primarie, la cui l’affitto o il mutuo.
“Situazione di sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canone locativo a ragione della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare”.
Decreto per morosità incolpevole.
Chi può accedere al fondo?
Possono richiedere i fondi speciali messi a disposizione dallo stato tutti cittadini che si trovano ad attraversare gravi difficoltà economiche derivanti, però, da una serie di cause specifiche. Sono ammessi i cittadini:
- Che hanno perso il lavoro perché sono stati licenziati;
- Quelli che non riescono a far fronte ad affitto o mutuo perché si sono visti ridurre l’orario lavorativo in seguito ad accordi con l’azienda o con i Sindacati (o tra l’azienda e i sindacati);
- Sono ammessi anche i cittadini che si trovano in cassa integrazione ordinaria o straordinaria, a patto però che questa incida in maniera sensibile (non lieve) su reddito;
- Ai lavoratori che non si sono visti rinnovare i propri contratti a termine oppure quelli di collaborazione atipica, e ai liberi professionisti che hanno dovuto cessare l’attività “per cause di forza maggiore”;
- Possono fare richiesta per accedere ai fondi statali anche i lavoratori che sono rimasti vittima di malattie o infortuni gravi che hanno impedito loro di rispettare gli impegni lavorativi presi;
- I cittadini che a seguito della morte improvvisa di un congiunto hanno subito un notevole ridimensionamento del reddito familiare (sono incluse anche le famiglie che per gli stessi motivi si sono trovate a dover sostenere spese mediche o di assistenza così elevate da minare la solidità economica del nucleo familiare).
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