Regolarizzazione migranti: ecco chi ha approfittato della situazione

Ecco i dati che riguardano la sanatoria, la regolarizzazione migranti e la situazione dei documenti sembra essere stata una pessima idea.

Arrivano i dati relativi alla regolarizzazione per i migranti, che tornato ad essere al centro dell’attenzione a causa dei casi positivi. Essendo che ci sono stati nuovi sbarchi in Italia.

Secondo quanto è indicato nel decreto Rilancio riguardante la regolarizzazione migranti è voluta da Teresa Bellanova. 

Il ministro dell’agricoltura e delle politiche agricole ha lanciato una misura della quale ancora oggi non si vedono risultati.

Infatti, è proprio il Ministro dell’Interno a lamentarsi del fatto che tale sanatoria sembri essere un totale fallimento.

Secondo i dati, sono state effettuate circa 112.328 domande anche se si contavano 200.000 lavoratori che fossero interessati alla sanatoria.

Chi ha approfittato della regolarizzazione migranti?

La domanda più in rilievo è se ad oggi questa sanatoria stia andando come dovrebbe.

I dati rivelano che la maggior parte delle domande per la regolarizzazione migranti prende in considerazione per il 87% i collaboratori domestici e si parla di 97.968.

Solamente il 13% riguarda i lavoratori nell’ambito dell’agricoltura e della pesca è rappresentano circa 14.360 domande.

La regione che ha ricevuto la maggioranza delle istanze è la Lombardia con 28.658 domande.  La Campagna, invece, riceve il primo posto per gli impieghi nell’ambito agricolo.

Se facciamo una particolare attenzione sulla nazionalità dei lavoratori:

Mentre per i lavoratori subordinati 2.937 provengono dall’Albania, al secondo posto 2.627 dal Marocco e infine 2.537 dall’India.

Leggi anche: Sanatoria immigrati 2020, Requisiti LAVORATORE e DATORE DI LAVORO

Le critiche alla sanatoria sul suo andamento:

Per la ministra Bellanova, questa misura sulla regolarizzazione migranti serviva per aiutare il settore agricolo entrato in crisi a causa del Covid-19.

 Purtroppo i risultati che si speravano sono ben lontani dal traguardo, alcuni lo definiscono un vero flop.

Secondo la presidente di Italia Viva:  “la norma andava fatta, perché ci sono pezzi di sfruttamento che sono intollerabili per un Paese civile”.

Fra le critiche evidenziate riguardo a questa misura, ci sono molte che riguardano il fatto di aver preso in considerazione 3 aree e questo sia stato uno sbaglio.

Da un lato risulta difficile anche che un datore di lavoro possa lasciare dei lavoratori che costino molto meno e che non abbiano alcun diritto.

Quindi, visto tale quantità di domande, il governo ha deciso di prolungare il termine fino al 15 agosto 2020 

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