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Quali sono i Certificati che vanno in bollo? quando è necessariamente versare l’imposta? Con l’avvento dell’autocertificazione, il numero certificati che vanno in bollo è drasticamente diminuito.
Vediamo insieme quali sono questi documenti!
Certificati che vanno in bollo:
La maggior parte dei certificati vanno bollati quando si intende presentarlo ai privati, mentre la pubblica amministrazione in molti caso è obbligata ad accettare l’autocertificazione.
I certificati di residenza, di stato famiglia, di matrimonio è necessario quando si presentano agli uffici di privati.
Altri certificati che vanno in bollo sono:
- patente;
- banca, finanziaria (mutuo, finanziamento, apertura conto, dichiarazione eredi, ecc…);
- certificati per ricongiungimento familiare (Prefettura);
- permesso di soggiorno;
- posta (dichiarazione eredi, banco posta);
- notaio (rogito, successione);
- certificato di stato civile (da consegnare al parroco per matrimonio, per notai in caso di rogito, ecc…);
- cittadinanza (per la Prefettura);
- assicurazioni, se non accettano l’autocertificazione;
- avvocato (escluso divorzio e separazione);
- avvocato, per notifiche estero (consolato o ambasciata, compreso per rilascio passaporto; eccetto esistenza in vita per pensioni estere);
- datore di lavoro (per assunzione o assegni familiari, se non accetta l’autocertificazione);
- master universitari;
- autentica di firma su atto notorio (indirizzato a privati, es. dichiarazione degli eredi);
- ordini professionali;
- autentica della firma su invito per ambasciata italiana all’estero;
- passaggio di proprietà veicoli;
- uso personale (es. da tenere in casa).
La marca da bollo:
La marca da bollo è un tagliandino che attesta il pagamento dell’imposta di bollo, ovverosia l’imposta che colpisce la ricchezza in occasione di una manifestazione indiretta della capacità contributiva, disciplinata dal DRP 642/1972.
Spetta al Ministro delle finanze il compito di determinare forma, valore e caratteri distintivi delle marche da bollo.
Tipi di marca da bollo:
Le marche da bollo più comuni sono di due tagli:
- 2 euro =su fatture e ricevute fiscali cartacee o elettroniche d’importo superiore a 77,47€ non soggette a Iva;
- 12 per mille sull’importo della cambiale;
- 16 euro= Sugli atti societari e notarili e delle pubbliche amministrazioni e sui contratti di locazione che devono essere registrati presso l’Agenzia delle Entrate;
- 32 euro = ogni 100 pagine dei libri giornale di imprenditori, società di persone, consorzi, ecc..
- 230 euro = in sede di compravendita immobiliare.
Si applicano ai consumi stabiliti dal DPR 642/72 e i casi più frequenti che necessitano l’utilizzo della marca da bollo e il pagamento dell’imposta sono quelli relativi a fatture e ricevute fiscali esenti Iva, le cambiali, i contratti di locazione e tutti gli atti, i documenti, i registri delle società e gli atti della pubblica amministrazione.
Come si può pagarla?
La marca da bollo può essere pagata tramite due principali modalità:
- Versando l’importo tramite un intermediario convenzionato dell’agenzia delle entrate;
- In modo virtuale.
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