La crisi della maggioranza riporta in primo piano la questione dell’aumento Iva previsto a partire dal 1° gennaio 2020.
Se scatteranno le clausole di salvaguardia, con l’aliquota principale dal 22% al 25,2%, l’Iva sarà sempre di più la regina delle tasse italiane
Se scatteranno le clausole di salvaguardia, con l’aliquota principale dal 22% al 25.2%, l’Iva sarà sempre di più la regina delle tasse, e gli italiani pagheranno di più rispetto agli altri cittadini europei.
Dal 2011, i governi hanno fatto ricorso ogni anno alle cosiddette clausole di salvaguardia per garantire la stabilità di bilancio e il rispetto dei vincoli europei.
Le clausole prevedono l’aumento automatico delle aliquote Iva a copertura delle spese, ma tutti gli anni sono state neutralizzate trovando altre coperture finanziarie.
Dal 2011 a oggi, ogni manovra ha funzionato in questo modo, stanziando delle risorse per scongiurare il temuto aumento delle aliquote.
Quest’anno, però, la situazione è particolarmente complicata per due motivi: il primo è la somma necessaria ad evitare gli aumenti, ben 23,1 miliardi di euro, la più alta degli ultimi anni, prevista dalla legge di Bilancio dello scorso anno;
il secondo è appunto la crisi di Governo che rischia di mandare l’esecutivo in esercizio provvisorio, se si andrà ad elezioni anticipate in autunno, con la conseguenza che non si farà in tempo ad approvare la manovra economica e il governo provvisorio dovrà limitarsi agli atti di ordinaria amministrazione.
Questo significa impossibilità di stanziare le somme per evitare l’aumento dell’Iva, operazione già difficile di per sé.
Se non saranno trovate delle soluzioni, il 1° gennaio 2020 scatteranno le clausole di salvaguardia e gli aumenti dell’Iva: l’aliquota ordinaria oggi al 22% salirebbe al 25,2%, quella ridotta dal 10% al 13%. Un incremento che potrebbe avere un effetto devastante sui consumi.
L’impatto dell’aumento dell’Iva sui consumi annuali degli italiani:
Per quanto riguarda l’impatto dell’aumento dell’Iva sui consumi annuali degli italiani le stime in circolazione sono diverse e variano nell’ordine di centinaia di euro.
Per il Codacons, l’incremento darà vita ad una stangata di 1.200 euro in più all’anno a famiglia solo per i costi diretti.
La cifra però si riferisce al 2021, nell’ipotesi di un aumento al 26,5%, e non al 2020.
Presuppone, inoltre, che il livello dei consumi resti invariato. Sempre secondo il Codacons, però, l’aumento dell’Iva dovrebbe comportare una riduzione complessiva della spesa delle famiglie intorno a 8,1 miliardi di euro, pari a 311 euro di minori consumi a testa.
Abbiamo considerato l’ultima versione disponibile dello scorso anno, riferita ai consumi delle famiglie nel 2017.
L’indagine Istat stima una spesa media per una famiglia italiana di 2.564 euro al mese che, nel caso dell’aumento dell’Iva, arriverebbe a 2.612 euro.
Questo significa che bisognerebbe mettere in conto un incremento di 48 euro al mese ovvero 576 euro di spesa in più in un anno.
Questo senza considerare l’ulteriore aumento dell’accisa sul carburante, anche questa prevista per il 2020.
Per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche. Questa categoria potrebbe subire un aumento di spesa di 10 euro, passando dagli attuali 457 euro ai 467 euro mensili.
Anche bevande alcoliche e tabacchi subirebbero un incremento di spesa mensile di circa un euro al mese, passando dagli attuali 45 ai 46 euro con la nuova Iva nel 2020.
Le spese che includono affitto e manutenzione degli immobili, comporterebbe un aggravio di tre euro al mese, passando dagli attuali 755 ai 758 euro al mese.e l’acquisto di abbigliamento il costo passerebbe dai 119 attuali ai 122 euro all’anno.
l’aumento dell’Iva inciderà nche sul costo relativo ai trasporti (acquisto mezzi, manutenzione, carburante e mezzi pubblici) passerebbe dagli attuali 290 euro mensili ai 298 in seguito all’aumento, un aggravio di quasi 100 euro in un anno.
A incidere maggiormente sarà l’incremento di 40 euro annuo sui carburanti, la cui spesa mensile passerà dai 126 ai 129 euro.
L’ultima voce ad aumentare saà quella relativa a bar e ristoranti, per la quale la nuova Iva comporterà una spesa aggiuntiva di tre euro al mese: nel 2020 spenderemo 111 euro contro i 108 attuali.
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