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Il governo sta pensando a come andare in pensione a 62 anni, una proposta che deve essere pensata bene che è stata data dai sindacati.
Andare in pensione a 62 anni: La nuova riforma
Per il post Quota 100 si pensa di effettuare un’età pensionabile di partenza, ovvero quella dei 62 anni.
A partire dal mese di settembre, successivamente al blocco prodotto dall’emergenza coronavirus, inizierà il confronto tra sindacati e il ministero del Lavoro.
Tale dibattito si era chiuso con l’andamento della proposta dei sindacati.
Quest’ultimi inducevano in quell’occasione con lo scopo che io Governo potesse accettare due misure:
- La pensione di vecchiaia a 62 anni;
- Una pensione anticipata a 41 anni di contributi;
- Ci saranno, successivamente, delle riunioni il giorno 8 e il 16 del mese di settembre 2020.
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In questi giorni, il ministero del lavoro dovrebbe dare le sue proposte e inoltrare le sue alternative ai sindacati.
Il celebre giornale “Il Messaggero” da delle anticipazioni per quanto riguarda la proposta del Ministero ovvero:
“ Nessuna Quota 41 per tutti, sì ad andare in pensione a 62 anni ma solamente con penalizzazioni per ciascun anni di anticipo”.
Se la proposta dovesse essere fattibile e effettuata, si andrebbe ad accedere alla pensione all’età di 62 anni ( rimane l’incertezza di quanti anni di contributi)
La sola differenza è che per quanto succede nella Quota 100 occorrerebbe rinunciare ad una parte dell’assegno.
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Ministero del Lavoro: la proposta della pensione a 62 anni
Per la riforma delle pensioni sará effettuato il sistema della sostenibilità, ovvero che il costo non graverà sulle casse dello stato.
Questa scelta, in quanto la spesa previdenziale italiana è sotto sorveglianza dall’Unione Europea.
Questo è il motivo per cui il ministero del lavoro, che ha dato vita ad una possibile uscita dal lavoro anticipata.
Cerca, in questo periodo, si far si che la misura della pensione anticipata possa essere realmente effettuata.
Il Messaggero metto in chiaro che potrebbe avvenire l’uscita anticipata per la pensione a 62 anni.
Il compromesso sarebbe, però, quello di effettuare un taglio della somma contributiva che può cambiare dal 2,8% e il 3% per ciascun anno di anticipo.
Precisiamo che l’ammontare contributivo è un metodo utilizzato per calcolare il contributo della pensione.
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Messo in atto dal 1 gennaio 1996 indica che una volta che questo ammontare dovesse diminuire, lo sarà anche l’assegno si pensione.
Per coloro che decidono di usufruire della pensione a 62 anni avrebbero una riduzione del 3% per ciascun anno anticipato.
Ricordiamo che l’età della pensione è prevista all’età di 67 anni, avrebbero una penalizzazione del 15% del contributo.
Questa riduzione consisterebbe nel 5% in meno per la maturazione della pensione come richiesto dalla legge.
Questa misure andrebbe a colpire circa 150 mila persone ogni anno, permettendo a coloro che non avranno i requisiti per la Quota 100 a uscire dal lavoro a 62 anni.
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