Salario minimo, come funziona la retribuzione in Italia?

Il salario minimo è una soglia sotto la quale lo stipendio dei lavoratori non può scendere.

Mentre in altri paesi della unione europa la normativa del salario minimo è ben conosciuta in Italia solo a partire dal nuovo governo se ne sente parlare (vedi qui statistiche Europa ).

Il governo pd-5 stelle neonato ha infatti introdotto nella legge di bilancio 20202 la questione in via di sviluppo.

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Molte sono però le problematiche incontrate finora; in quanto le due fazioni non trovano un punto di incontro:

Quali sarebbero i vantaggi per i lavoratori?

  1. un aumento del reddito e di conseguenza dello stile di vita delle persone meno agiate che produrrebbero anche un aumento dei consumi;
  2. maggiore equilibrio nelle possibilità economiche;
  3. stimolo alle produzioni dovute ai maggiori consumi.

Si può quindi dire che porterebbe un vantaggio collettivo che coinvolge i cittadini ma anche le relazioni industriali grazie all’aumentato potere di acquisto.

Dall’altra parte ci sono dei rischi…

Una delle problematiche che ha ostacolato l’applicazione del salario minimo è il rischio di disoccupazione.

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Si ipotizza che stabilendo un salario minimo alto si potrebbe provocare l’effetto della disoccupazione.

A chi e quanto spetterebbe?

Secondo il nuovo governo il salario minimo spetterà a tutti i lavoratori del settore pubblico e privato.

A tutti i soggetti lavoratori spetterebbe dunque circa 9 euro all’ora secondo quanto ipotizzato la somma potrebbe anche variare secondo questo procedimento: calcolando rispetto al 20/30 % della soglia di povertà

-20%: 5,85 l’ora per 8 ore di lavoro per 5 gg lavorativi

-se superiore a 30%: 6,33 euro l’ora per 8 h di lavoro per 5 gg lavoratori.

Al momento questi disegni di legge sono depositati presso la commissione del lavoro del senato. Ma pare che per l’anno prossimo si potrà giungere ad una applicazione effettiva.

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