Pensione

Pensione a 62 anni con la riforma Draghi!

Il governo sta pensando a come andare in pensione a 62 anni con la riforma Draghi, una proposta che deve essere pensata bene che è stata data dai sindacati.

Pensione a 62 anni con la riforma Draghi:

Per il post Quota 100 si pensa di effettuare un’età pensionabile di partenza, ovvero quella dei 62 anni.

Si induceva in vari occasioni che il Governo aveva come scopo quello di poter accettare due misure:

  • La pensione di vecchiaia a 62 anni;
  • Una pensione anticipata a 41 anni di contributi.

In questi giorni, il ministero del lavoro dovrebbe dare le sue proposte e inoltrare le sue alternative ai sindacati.

Pensione a 62 anni con la riforma Draghi

Il celebre giornale “Il Messaggero” da delle anticipazioni per quanto riguarda la proposta del Ministero ovvero:

“ Nessuna Quota 41 per tutti, sì ad andare in pensione a 62 anni ma solamente con penalizzazioni per ciascun anni di anticipo”.

Se la proposta dovesse essere fattibile e effettuata, si andrebbe ad accedere alla pensione all’età di 62 anni ( rimane l’incertezza di quanti anni di contributi)

La sola differenza è che per quanto succede nella Quota 100 occorrerebbe rinunciare ad una parte dell’assegno.

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Ministero del Lavoro: Pensione a 62 anni con la riforma Draghi

Per la riforma delle pensioni sarà effettuato il sistema della sostenibilità, ovvero che il costo non graverà sulle casse dello stato.

Questa scelta, in quanto la spesa previdenziale italiana è sotto sorveglianza dall’Unione Europea.

Questo è il motivo per cui il ministero del lavoro, che ha dato vita ad una possibile uscita dal lavoro anticipata.

Cerca, in questo periodo, si far si che la misura della pensione anticipata possa essere realmente effettuata.

Il Messaggero, metto in chiaro che potrebbe avvenire l’uscita anticipata per la pensione a 62 anni.

Il compromesso sarebbe, però, quello di effettuare un taglio della somma contributiva che può cambiare dal 2,8% e il 3% per ciascun anno di anticipo.

Pensione a 62 anni con la riforma Draghi

Precisiamo che l’ammontare contributivo è un metodo utilizzato per calcolare il contributo della pensione.

Messo in atto dal 1 gennaio 1996 indica che una volta che questo ammontare dovesse diminuire, lo sarà anche l’assegno si pensione.

Per coloro che decidono di usufruire della pensione a 62 anni avrebbero una riduzione del 3% per ciascun anno anticipato.

Ricordiamo che l’età della pensione è prevista all’età di 67 anni, avrebbero una penalizzazione del 15% del contributo.

Questa riduzione consisterebbe nel 5% in meno per la maturazione della pensione come richiesto dalla legge.

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Questa misure andrebbe a colpire circa 150 mila persone ogni anno, permettendo a coloro che non avranno i requisiti per la Quota 100 a uscire dal lavoro a 62 anni.

Quali sono le motivazioni per la pensione anticipata?

Ottenendo la pensione anticipata a 62 anni con ben 38 anni di contributi, in pratica si versano 5 anni di contributi in meno rispetto al totale montante contributivo. Però non è solo questo a diminuire l’eventuale importo futuro.

Sulla quota contributiva della pensione, tuttavia, hanno un effetto i coefficienti di trasformazione, che hanno potuto trasformare, appunto, il montante contributivo in pensione spettante.

Questi coefficienti crescono al crescere dell’età. E questo, ovviamente, a parità di montante contributivo permette di ottenere una pensione “più alta” a chi decide di accedere con qualche anno in più.

Non si sa con precisione quando si andrebbe a perdere in prospettiva scegliendo la quota 100 all’età di 62 anni rispetto alla pensione di vecchiaia a 67 anni.

L’importante è ricordare che c’è una differenza notevole tra queste tipologie di ottenere la propria pensione nel 2020.

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