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La discussione sullo ius culturale, la proposta di legge in materia di cittadinanza ripartirà giovedì prossimo alla Camera ma ha già sollevato le prime reazioni.
Come quella di Salvini, che ha promesso che darà battaglia contro “la cittadinanza facile“.
Ma cosa prevedono le norme sulla cittadinanza e come cambierebbero con lo ius culturae? Lo ius culturale, inserito nell’ambito dello ius soli, è stato al centro di un lungo dibattito in Parlamento nella legislatura passata, conclusosi con un nulla di fatto.
Cittadinanza italiana per i figli degli immigrati, c’è l’intesa tra Pd e M5S:
Cittadinanza italiana a chi appena completato positivamente un ciclo di studi. Riparte alla Camera, su impulso del M5S, la discussione sullo ius culturale.
La commissione Affari costituzionali discuterà giovedì prossimo i testi di modifica della legge di cittadinanza.
Lo ha annunciato ieri il presidente della commissione Giuseppe Brescia (M5S), spiegando: «Serve una discussione che metta all’angolo propaganda e falsi miti, guardi in faccia la realtà e dia un segnale positivo a chi si vuole integrare». Immediati i consensi da parte del Pd.
E la replica del leader leghista, Matteo Salvini: «La Lega si batterà contro loius soli, comunque lo chiamino, contro la cittadinanza facile, senza se e senza ma. Se questa è la priorità del governo, povera Italia…».
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L’idea di chi ha portato la proposta di legge alla Camera è quella di riconoscere il merito dei giovani stranieri che vanno a scuola e che si danno da fare.
Quindi, non una cittadinanza acquisita in automatico per il solo fatto di nascere nel nostro Paese ma ottenuta dopo un percorso di integrazione, come vedremo tra poco nel dettaglio.
Una delle possibili alternative allo Ius Sanguinis, e ora al vaglio alla Camera, è lo Ius Culturale, ovvero il “diritto legato all’istruzione“.
In questo caso la legge dovrebbe passare attraverso il sistema scolastico italiano. La legge darebbe accesso alla cittadinanza anche ai minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e che abbiano superato almeno un ciclo scolastico (cioè le scuole elementari o medie).
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