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flussi stagionali 2019:
<< Bisogna approvare immediatamente il decreto flussi perché i raccolti quest’anno sono maturati prima del previsto e soprattutto i dipendenti stranieri rappresentano più dell’80% della forza lavoro nel settore agricolo>>
Il 5 marzo del 2019, l’azienda Coldiretti, la principale Organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo ha pubblicato un articolo sul proprio sito ufficiale in cui chiede l’immediata approvazione del Decreto Flussi 2019 che regola l’arrivo di manodopera dall’estero.
Inoltre – sottolinea la Coldiretti – di una esigenza per l’agricoltura italiana dove i dipendenti stranieri offrono oltre ¼ della forza lavoro necessaria al settore.
Di seguito vi indichiamo i principali distretti agricoli in cui operano gli immigrati sono:
- raccolta :
- delle fragole nel Veronese,
2. preparazione:
- delle barbatelle in Friuli,
- delle mele in Trentino,
- della frutta in Emilia Romagna,
- dell’uva in Piemonte
3. direzione:
- degli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani.
L’andamento climatico – prosegue la Coldiretti – aggrava il preoccupante ritardo che si registra rispetto allo scorso anno quando il via alla presentazione delle domande di ingresso on line, con il cosiddetto click day, scattarono il 31 gennaio.
La maggioranza – conclude la Coldiretti – ha trovato lavoro in agricoltura che, insieme al turismo, è il settore che ha offerto maggiori opportunità occupazionali.
In Italia lavorano regolarmente oltre 90 mila immigrati extracomunitari, dei quali circa 15 mila con contratti a tempo indeterminato, che contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola del Paese secondo il XIX Rapporto Caritas/Migrantes sull’immigrazione al quale ha collaborato la Coldiretti.
In particolare sono 90.091 i rapporti di lavoro in agricoltura identificati come extracomunitari negli archivi INPS e appartengono a 155 diverse nazionalità anche se a trasferirsi in Italia per lavorare in agricoltura sono principalmente, nell’ordine:
- gli albanesi (17,2 per cento),
- i marocchini (12,6%)
- sorpresa gli indiani (13,8 per cento) che trovano occupazione soprattutto negli allevamenti del nord per l’abilità e la cura che garantiscono alle mucche.
Nel 2018:
L’anno scorso era stato autorizzato l’ingresso di 18 mila lavoratori stagionali provenienti da Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina.
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