Pensioni minime fino a 780 euro al mese: Vediamo come
Sommario
Pensioni minime fino a 780 euro al mese – Ci sono anche le pensioni minime al centro della riforma pensioni.
Possiamo trovare anche le pensioni minime all’interno della riforma pensioni.
Il governo sta lavorando per poter garantire un assegno dignitoso che non tenga conto solamente dei pochi contributi precedentemente versati.
Con la riforma del 1995 non garantisce il trattamento con l’integrazione al minimo ovvero quello di 517,07 mensili.
Parliamo di tutti coloro che hanno iniziato un lavoro partendo dall’anno 1996 in avanti.
Coloro che saranno penalizzati sono le persone che non versano un fondo di lavoratori dipendenti.
Però nella gestione separata dove le retribuzioni sono molto inferiori a parità di orario lavoro.
Pensioni minime fino a 780 euro al mese per lavoratori precari
Il tema più discusso è quello dei lavorati giovani, alle prese ad oggi con lavori precari, solitamente discontinui e mal retribuiti.
Sono variati i tempi, però per i giovani non ci sono garanzie in questo momento dalla pensione, in quanto il sistema contributivo sarà molto penalizzante.
Data la mancanza di una garanzia, lo stato italiano rischia di avere tra una decina di anni pensionati che patiranno la fame.
Pensione minime e di garanzia per i giovani lavoratori:
A questo proposito vengono studiate dall’Istituzione di una forma di pensioni minima garantita.
Il Ministro Nunzia Catalfo e i sindacati pensano che sia doveroso tutelare questa categoria di lavoratori con un trattamento minimo vitale.
Ciò con lo scopo di rivalutare l’ideologia avanzata nel 2016 dall’ex ministro al Lavoro Giuliano Poletti.
Che aveva proposto una pensione di garanzia alzando la quota di cumulabilità dell’assegno sociale insieme alla pensione per i soggetti nel contributivo puro.
I sindacati informano oltre che si sta confrontando il governo.
Le differenti proposte e simulazioni dovranno in seguito superare il controllo della Commissione di esperti a cui Catalfo ha conferito il dovere di presentare il progetto della riforma.
Pensioni minime fino a 780 euro al mese in base al reddito
Per essere più precisi, si cera di creare un assegno di garanzia della somma totale di importo totale tra 650 e 780 euro mensili.
Sempre per le persone che andranno in pensione di vecchiaia con almeno 20 anno di contributi versati.
Questa riforma dovrà essere in grado di ricalcare il più recente intervento fatto dal governo col Dl di Agosto per le pensioni di invalidità totali.
L’assegno ha subito un aumento fino a 651 euro al mese, a condizioni che non si superi un certo limite di reddito.
Oltre al fatto che si abbia un grado di invalidità fino al 100%.
Per quanto riguarda le pensioni minime invece, si va a considerare gli anni di contributi versati, ma anche il possesso di certi requisiti di reddito. A differenza che per quelle di invalidità .
Integrazione al minimo con fondi Inps:
Parliamo quindi del fatto di poter ripristinare l’integrazioni al minimo (come hanno sottolineato gli esperti), però non più attraverso un intervento assistenziale da parte dello Stato.
Al contrario trarre da un più profondo previdenziale integrativo pubblico gestito dall’Inps a cui parteciperebbero tutti i lavoratori.
Lo scopo, avanzato da molto tempo dal presidente dell’Istituto Pasquale Tridico, non è di gradimento ai sindacati.
Però è molto caldeggiata dalle forze politiche al governo che si vedono a favore del ritorno dell’Inps al centro del sistema pensionistico integrativo.
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