Sommario
Autorizzazione al rientro in Italia dopo l’espulsione deve essere effettuato con una speciale autorizzazione del Ministero dell’Interno.
Vediamo insieme in quali casi avviene il rilascio di suddetta autorizzazione speciale.
Dopo quanti anni posso tornare in Italia se sono stato espulso?
La legge Bossi-Fini introdotta nel testo unico sull’immigrazione (Art. 13 comma 14,) ha modificato il periodo di interdizione all’ingresso in Italia prolungandolo da 5 a 10 anni.
Di conseguenza se il vostro provvedimento di espulsione è stato emanato prima dell’entrata in vigore della legge Bossi-Fini il periodo di interdizione all’ingresso in Italia si limita ad un massimo di 5 anni.
Se invece è stato pronunciato dopo l’entrata in vigore della suddetta legge (Bossi-fini), il periodo si allunga di altri 5 anni per un totale di 10 anni.
I cittadini stranieri possono rientrare in Italia dopo aver scontato il periodo prefissato dal provvedimento di espulsione inoltrando una speciale richiesta al Ministero dell’Interno.
La durata del divieto di ingresso in Italia scatta dal momento in cui lo straniero lascia il nostro Paese dimostrabile attraverso il timbro d’uscita apposto sul passaporto o su altro documento di viaggio).
Il provvedimento di espulsione resta in piedi finché non si concretizza l’allontanamento definitivo dello straniero dall’Italia.
Ciò significa che restare in Italia ad aspettare il termine del periodo non rappresenta la soluzione ideale per il cittadino straniero.
Cosa succede se rientro illegalmente in Italia?
Se il cittadino straniero nei confronti del quale è stato emesso il provvedimento di espulsione rientra illegalmente in Italia è punito con la reclusione e da uno a quattro anni ed è nuovamente espulso con accompagnamento immediato alla frontiera.
Autorizzazione al rientro in Italia dopo l’espulsione:
La speciale autorizzazione deve essere richiesta al Ministero dell’Interno tramite l’invio di una domanda.
La domanda deve essere effettuata presso le autorità consolari italiane del paese di origine dello straniero proprio perché la presentazione personale dell’interessato presso l’ambasciata con l’inoltro della domanda conferma che l’interessato ha ottemperato, sia pure tardivamente, al decreto di espulsione.
La domanda presentata presso la rappresentanza consolare italiana viene poi trasmessa dal Ministero degli Esteri al Ministero dell’Interno che provvede a valutarla discrezionalmente.
Parere del Ministero dell’interno:
I tempi per l’analisi delle richiesta di Autorizzazione al rientro in Italia dopo l’espulsione sono molto lunghi e la maggior parte delle richieste hanno un esito negativo anche se il cittadino dimostra di avere per esempio un contratto di lavoro.
Si tratta infatti di un provvedimento altamente discrezionale e la risposta ad una domanda del genere non costituisce un atto dovuto e sopratutto un atto a contenuto vincolato.
L’amministratore competente può rispondere negativamente senza dover fornire particolari giustificazioni.
Come ottenere il parere favorevole del Ministero dell’interno?
Per ottenere l’ Autorizzazione al rientro in Italia dopo l’espulsione bisogna dimostrare alle autorità competenti un solido aggancio alla realtà italiana.
Un possibile modo per ottenere il parere favorevole è quello di richiedere al tempo stesso sia l’autorizzazione speciale, sia il ricongiungimento familiare.
Il caso più tipico è appunto quello dello straniero che chiede di essere autorizzato all’ingresso in Italia con istanza di speciale autorizzazione rappresentando di avere ivi già regolarmente soggiornanti la moglie e i figli con la disponibilità di un idoneo alloggio e tutti i requisiti previsti per procedere alla ricongiunzione famigliare (art. 29 T.U. sull’Immigrazione).
Ecco che così le due pratiche vengono in qualche modo ad incrociarsi e la decisione sull’una influisce anche sulla decisione dell’altra.
Il Modulo per richiesta Autorizzazione al rientro in Italia dopo l’espulsione è disponibile cliccando qui Autorizzazione al rientro in Italia dopo l’espulsione.
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